Distribuita gratis ai cinesi in Italia prima versione bilingue del Nuovo Testamento
Una versione bilingue cinese-italiano del NuovoTestamento e dei Salmi mai
pubblicata prima. E’ quella realizzata per i cinesi residenti in Italia e ideata dalla
Comunità della Piccola Famiglia dell’Assunta di Rimini, con il supporto del Comitato
TherAsia onlus: circa 10 mila le copie stampate da una tipografia cristiana con sede
a Nanchino. I testi, arrivati in Italia poche settimane fa, sono già in distribuzione
gratuita: ieri la consegna di duemila esemplari alla comunità cattolica presente a
Roma. Al microfono di Paolo Ondarza, la sinologa Monica Romano, fondatrice
di TherAsia, spiega perché sia stato scelto l’uso del cinese semplificato, diffuso
esclusivamente nella Cina continentale:
R. – Il cinese
semplificato è il cinese che si utilizza nella Cina continentale, con esclusione quindi
di Hong Kong e Taiwan, dove invece si è mantenuto una scrittura di tipo tradizionale.
Con questa scelta, abbiamo voluto indirizzare questo dono ai cinesi che provengono
per l'appunto dalle varie province soprattutto del sud della Cina continentale e che
inziano a essere una presenza consistente in molte città italiane come Milano, Prato
e anche Roma.
D. – Questo testo risponde ad una doppia esigenza: da una parte
l’evangelizzazione, dall’altra la formazione, perché insegna l’italiano ai cinesi
favorendo così l’integrazione.
R. – Come sappiamo, tradizionalmente tanti cattolici
cristiani nella Storia hanno utilizzato la Bibbia come strumento per imparare meglio
la lingua della comunità nella quale si trovavano a vivere. Ad esempio, recentemente
abbiamo parlato con un pastore protestante che ci diceva proprio che accoglieva questo
dono che abbiamo preparato perché – affermava – “in questo modo i cinesi possono sia
pregare sia imparare meglio l’italiano”.
D. – Questa traduzione consentirà
ai cinesi in Italia di partecipare ai momenti liturgici insieme agli italiani…
R.
– Per i cattolici, per i cristiani che vivono nel nostro Paese, partecipare alle liturgie,
ai diversi momenti di condivisione e non necessariamente con altri cinesi, ma anche
con gli italiani. Quindi, speriamo che in questo senso lo strumento possa essere utile
per l’integrazione.
D. – Si tratta di testi ufficialmente riconosciuti dalla
Chiesa cattolica?
R. – Sì, la versione cinese è la prima traduzione cattolica
integrale cinese, che fu guidata da padre Gabriele Maria Allegra, beatificato a fine
settembre: questa è la versione ufficiale della Chiesa cattolica cinese. La versione
italiana è invece quella approvata dalla Conferenza episcopale italiana.
D.
– Quanti sono i cattolici cinesi in Italia?
R. – Si pensa siano circa 300 mila
i cinesi presenti in Italia. Non ho dati sulla presenza dei cattolici. Certamente,
è una comunità minoritaria, forse anche invisibile. In molti casi, sono sparsi in
zone periferiche e questo rende difficile unirsi in una comunità per vivere insieme
la fede. Dall’altra parte, questo può anche essere l’opportunità per favorire un’integrazione
migliore dei cinesi con gli italiani, proprio perché essendo così sparsi nelle varie
comunità possono forse avere meno un punto di riferimento comune, ma pure essere integrati
nelle diverse parrocchie. Non dimentichiamo poi che in Italia, ma anche a Roma, vi
sono molti seminaristi e molte suore cinesi che studiano e che quindi poi torneranno
in Cina e metteranno a servizio della gente ciò che hanno imparato qui.
D.
– Accade che alcuni cinesi ricevano in Italia il primo annuncio del Vangelo e poi
decidano da adulti di ricevere il Battesimo?
R. – Sì, ogni anno vi sono circa
una cinquantina di Battesimi di cinesi che vivono in Italia. Questo che già sta avvenendo,
probabilmente accadrà con sempre maggiore frequenza mano a mano che proceda l’integrazione
e dunque sarà anche più facile per i giovani cinesi, o per gli immigrati cinesi in
generale, venire in contatto con la realtà cattolica che permea così profondamente
il nostro Paese.