Credenti e non credenti affermino insieme il valore della vita: così il Papa al Cortile
dei Gentili in Portogallo
Benedetto XVI ha indirizzato un messaggio ai partecipanti alla sessione portoghese
del Cortile dei Gentili, che si è conclusa ieri a Guimaraes e a Braga. L’evento, dal
titolo “O valor da vida”, è organizzato per riflettere sulla vita nelle sue rivelazioni
e nei suoi misteri, e mostrare come gli uomini si relazionino con essa. Il servizio
è di Davide Maggiore:
La consapevolezza
della sacralità della vita, scrive il Papa, “appartiene all’eredità morale dell’umanità”.
La vita non è “qualcosa di cui si possa disporre liberamente, ma un dono da custodire”
in maniera fedele, ha aggiunto il Pontefice, rivolgendosi ai credenti e non credenti
riuniti in Portogallo “con l’aspirazione comune di affermare il valore della vita
umana sulla marea crescente della cultura della morte”. La ragione, spiega Benedetto
XVI, può afferrare il valore della vita, ma solo l’amore infinito e onnipotente di
Dio dona la vita eterna. “Questa è la certezza che la Chiesa annuncia”, scrive il
Papa, richiamandosi al Vangelo secondo Giovanni: “Dio ha tanto amato il mondo da dare
il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita
eterna”. Dio, prosegue Benedetto XVI, “ama ogni persona” che dunque è “incondizionatamente
degna di vivere”. Nell’età moderna, però, l’uomo ha voluto “sottrarsi allo sguardo
creatore e redentore del Padre, appoggiandosi su sé stesso" e non su Dio, come se
avesse voluto chiudersi in un edificio senza finestre e provvedere da sé al clima
e alla luce. “C’è bisogno – scrive invece il Papa – di aprire di nuovo le finestre,
di guardare la vastità del mondo, il cielo e la terra, e di imparare a usare tutto
questo nel modo giusto”. “Di fatto - chiarisce ancora il Pontefice, - il valore della
vita risulta evidente solo se Dio esiste”. Di qui l’invito rivolto anche ai non credenti
a vivere “come se Dio esistesse”, anche se non si ha “la forza per credere”. Nessun
problema può essere completamente risolto “se Dio non è posto al centro”, se non tornerà
ad essere “visibile nel mondo e determinante nella nostra vita”. Chi si apre a Dio,
conclude Benedetto XVI “non si estrania dal mondo e dagli uomini ma incontra fratelli”,
e in Dio cade ogni “muro di separazione”.