2012-11-16 18:13:36

Procura e ministero indagano suo disordini a Roma. Amnesty: rispettare gli obblighi internazionali


La Procura di Roma indaga su eventuali eccessi di comportamento degli agenti di polizia nel corso degli scontri del 14 novembre scorso. Gli accertamenti riguardano anche il comportamento di alcuni manifestanti. Alessandro Guarasci RealAudioMP3

Sotto accusa sono i lacrimogeni che sarebbero partiti dal ministero di Giustizia in via Arenula, contro i manifestanti. Il ministro Severino ha aperto subito un’indagine. Ma secondo il questore di Roma Fulvio Della Rocca i lacrimogeni stati lanciati da agenti di polizia a 'parabola' e non diretti sui manifestanti. La traiettoria e' stata deviata perche' hanno urtato sull'edificio''. Della Rocca poi è stato netto sugli scontri: ''Se ad un certo punto – ha detto – veniamo aggrediti militarmente e' chiaro che dobbiamo reagire, perché siamoo qui anche per questo: per tutelare la legge, questo e' il nostro compito''. Vi saranno comunque indagini per verificare eccessi di singoli. Anche la magistratura sta vagliando filmati e foto che ritraggono alcuni momenti del corteo durante le cariche e gli scontri sul Lungotevere. Preoccupate le associazioni che si occupano di diritti umani. Carlotta Sami, direttrice di Amnesty International Italia:


R. - Siamo in un momento estremamente difficile e di grandissima frustrazione a livello sociale: non a caso lo sciopero dell’altro giorno è stato uno sciopero europeo, purtroppo non è il primo, non sarà l’ultimo, perché ve ne saranno molti altri. E’ ormai da diversi anni che c’è un crescendo in questo senso. Come Amnesty International abbiamo guardato con grande preoccupazione e continuiamo a monitorare ciò che avviene, anche in termini di violenza. Siamo sicuramente convinti che, tanto più in un clima di così grande frustrazione, sia necessario rispettare gli obblighi internazionali per quanto riguarda l’uso della forza da parte della Polizia.

D. - A questo punto, però, vi aspettate qualcosa dal ministero dell’Interno e anche della Giustizia, visto quello che è successo poi a Via Arenula?

R. - Noi abbiamo appreso, sia dal ministero dell’Interno che dal ministero della Giustizia, che saranno avviate delle indagini interne. Ciò che Amnesty International chiede è che ci sia massima trasparenza nella conduzione di queste indagini e che l’Italia venga messa al corrente dei risultati che produrranno le indagini stesse. Oltre a questo, quello che chiediamo è che vi sia massimo controllo per quanto riguarda il comportamento della Polizia nel gestire proteste, manifestazioni che devono essere pacifiche e che ovviamente rientrano assolutamente nei diritti degli italiani.

D. - Il ministro Cancellieri, però, ha detto: “I video guardiamoli tutti”. L’atteggiamento anche violento di una parte dei manifestanti può essere considerato da qualcuno un’attenuante per la polizia?

R. - No, non credo che sia un attenuante! E’ un elemento di preoccupazione: è importante che vi siano delle verifiche, che vi siano delle indagini in questo senso. Non è un attenuante se parliamo di un uso sproporzionato della forza. E’, invece, molto importante che le forze dell’ordine si organizzino e seguano delle regole tali che permettano loro di fermare quelli che sono atteggiamenti violenti nei modi regolari e non con un uso eccessivo della forza.

D. - Secondo lei, è possibile che vi sia anche un difetto di formazione, soprattutto in quei reparti che poi devono fronteggiare dei momenti critici?

R. - Guardi, non lo so se c’è un difetto nella formazione tecnica della Polizia sul modo di gestire la piazza, di gestire manifestazioni di folla come queste. Questo io non glielo so dire. Quello che sicuramente Amnesty International si augura è che noi crediamo che poi alla fine - lo sappiamo anzi, perché noi con la Polizia abbiamo una interlocuzione - sia importante avviare una formazione più approfondita sui diritti umani. Questo potrebbe aiutare moltissimo. Di questo noi siamo assolutamente convinti.









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