Il card. Tettamanzi su persona, dignità umana e solidarietà
Persona, dignità umana e solidarietà come virtù nel tempo della crisi. Sono stati
i tre fulcri attorno ai quali si è articolata la “lectio magistralis” tenuta ieri
pomeriggio dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, al congresso
congiunto dell’Associazione medici cattolici italiani e della Federazione europea
delle associazioni dei medici cattolici sul tema “Bioetica ed Europa cristiana”. Ribaditi
“il primato della persona sull’interesse della società e della scienza” e l’uguale
“dignità di ogni essere umano per tutto il corso della vita”, il cardinale ha proposto
“l’idea del mutuo soccorso” a fronte della crisi che fa emergere “i bisogni fondamentali
della persona, la cui risposta non può essere ricercata solo nell’assistenza pubblica”.
Quella proposta dal cardinale - riferisce l'agenzia Sir - è la solidarietà “come via
di realizzazione del bene comune, attraverso la condivisione dei beni individuali
in una prospettiva sociale. Solo collaborando al bene degli altri possiamo conseguire
il nostro stesso bene”. La solidarietà, dunque, “non è un problema di carità ma di
giustizia”, e dalla fraternità è possibile trarre lo “slancio per superare le difficoltà.
Dall’incontro con il cristianesimo - ha proseguito il cardinale Tettamanzi - per l’uomo
europeo si è dischiuso un mondo nuovo”. Per questo, le radici cristiane dell’Europa
non sono “un semplice riferimento storico” ma “rappresentano la sorgente di un’ulteriore
azione di riconoscimento e tutela della vita e della salute di ciascuno”. Il cardinale
ha parlato poi del “filo sottile e tenace che lega la concezione antropologica cristiana”
alla possibilità di “rispondere alle attuali questioni circa la vita umana che la
ricerca pone con estrema urgenza a ciascuno di noi”. La “ricerca di Dio” e “la disponibilità
ad ascoltarlo - ha concluso - rimangono il fondamento di ogni vera cultura: non abbiamo
bisogno di tante riflessioni, ma di preghiere e di persone” che testimonino queste
esigenze “attraverso la propria profezia”. (R.P.)