Il card. Scola: la comune domanda sull'uomo tra cristiani e musulmani
“Che uomo vuol essere l’uomo del terzo millennio?”. Da tale interrogativo si è mossa
ieri pomeriggio allo Heythrop College di Londra la riflessione del cardinale Angelo
Scola, arcivescovo di Milano e presidente della Fondazione internazionale Oasis. In
particolare - riferisce l'agenzia Sir - per quel che riguarda i rapporti tra cristiani
e musulmani, sono quattro, secondo il porporato, gli ambiti “in cui la comune domanda
sull’umano si esprime oggi con particolare forza”: il nesso verità-libertà, il confronto
sulla crisi economico-finanziaria, la pratica religiosa e la secolarizzazione, le
urgenze etiche. Su questi nodi, ha osservato il cardinale Scola, si può “parlare legittimamente
di un interpellarsi reciproco di cristiani e musulmani, che chiama in causa le diverse
interpretazioni culturali che essi hanno elaborato”. In tal senso, ha aggiunto, “mi
pare che le rivoluzioni arabe rappresentino un importante segnale. Nonostante il rischio
di una deriva ideologica, sempre più evidente, non si può dimenticare il fatto che
esse sono state originate da una serie di richieste (lavoro, dignità, libertà) che
si trovano in piena consonanza con l’attuale evoluzione dell’Occidente. Il processo
di meticciato - è la conclusione del presidente di Oasis - costringe ormai a recepire
le domande che vengono dalla storia senza più distinguere il mondo musulmano dal ‘nostro’
mondo”. (R.P.)