Uruguay. Vescovi contro l’aborto: un figlio è scommessa generosa in un Paese invecchiato
“Accettare la morte di creature umane innocenti ferisce la tradizione del nostro Paese
e non risolve i problemi”. E’ quanto afferma la Conferenza episcopale dell’Uruguay,
in una nota diffusa al termine della Assemblea plenaria in merito alla nuova legge
sull’interruzione volontaria della gravidanza. “Un figlio che viene al mondo è sempre
una benedizione di Dio, una speranza e una scommessa generosa in un Paese invecchiato
- affermano i vescovi uruguaiani, in riferimento al calo dell’indice di natalità,
il più basso dell’America Latina. Nella nota l’episcopato uruguaiano esprime in sette
punti il suo rammarico per il provvedimento “che non tutela la donna in difficoltà
alla quale viene proposta la peggiore decisione: quella di eliminare la vita del proprio
figlio e di portare il peso delle sue gravi conseguenze”. La moralità degli atti –
sottolineano - non dipende dalle leggi umane e “il solo fatto di essere stata approvata
non rende questa legge moralmente buona”. I diritti umani e questo primordiale diritto
alla vita non possono essere soggetti alle maggioranze parlamentari e elettorali contingenti,
affermano i vescovi, che allo stesso tempo esortano le autorità a varare con attenzione
i regolamenti attuativi per non aggiungere altri danni. Inoltre, l’episcopato invita
a rispettare la coscienza dei medici e degli operatori sanitari e a non discriminare
gli obiettori di coscienza. In conclusione, la Conferenza episcopale - come parte
di una “società pluralista” – ribadisce il diritto di esprimere la propria opinione
nella “serena convinzione che difendendo la vita umana resta fedele a se stessa e
alle radici della storia come nazione”. (A.T.)