Mons. Rosario Vella all'Osservatore Romano: La Chiesa cattolica in Madagascar è viva
e forte
A colloquio con il vescovo di Ambanja monsignor Rosario Vella. In Madagascar
per il riscatto dei più emarginati di FRANCESCO RICUPERO
«La Chiesa
cattolica in Madagascar è viva, forte e piena di giovani che garantiscono un futuro
promettente e ricco di buoni propositi, ma la corruzione e soprattutto la povertà
rischiano di mettere in ginocchio il Paese». È quanto afferma a «L’Osservatore Romano»
il vescovo di Ambanja, Rosario Vella, da trent’anni nella quarta isola più grande
del pianeta. «Sono arrivato in Madagascar subito dopo la mia ordinazione sacerdotale
come missionario e dal quel giorno sono rimasto in quest’isola piena di contraddizioni». Il
Madagascar, infatti, è Paese ricco di bellezze naturali, visitato da milioni di turisti,
il che fa pensare a una situazione di benessere. Tuttavia «i malgasci vivono da poveri
e in tante zone anche da miserabili. Povertà e miseria — sottolinea il presule — portate
con grande dignità e con l’immancabile sorriso, segno di un’interiore nobiltà d’animo». Nell’isola,
circa la metà dei bambini con meno di cinque anni sono rachitici a causa degli effetti
irreversibili della malnutrizione. Questi piccoli sono esposti a un rischio maggiore
di contrarre malattie e di uno sviluppo cognitivo compromesso, oltre che di una morte
prematura. Il Paese africano è il sesto dove si registra il più alto tasso di rachitismo
nel mondo e la povertà ne è la causa principale. Secondo recenti stime riportate dal
Southern Africa Regional Food Security Update 2012, l’80 per cento dei 20 milioni
di abitanti del Madagascar vive con un dollaro al giorno o anche meno, e le famiglie
povere spendono quasi tre quarti del loro reddito per l’acquisto di generi alimentari.
L’alimentazione precaria fa sì che le ragazze non raggiungano il pieno sviluppo fisico
almeno fino a 21 anni, età nella quale molte di loro sono già madri. «La Chiesa
cattolica e la diocesi di Ambanja — spiega il vescovo — sono impegnate su più versanti
nell’aiutare la popolazione a vivere una vita dignitosa. Puntiamo molto sui giovani,
spesso senza una famiglia e senza punti di riferimento affettivi. Ci sforziamo di
inculcare nelle loro menti il vero significato della famiglia, perché la nuova evangelizzazione
parte proprio all’interno delle mura domestiche. Gli evangelizzatori devono essere
prima i genitori e successivamente noi pastori. Se nelle famiglie non c’è traccia
di Gesù Cristo, se nelle famiglie non si prega tutti insieme e si trasmettono i valori
profondi, difficilmente la Chiesa da sola riuscirà a colmare queste lacune. Negli
ultimi tempi — ha proseguito monsignor Vella — assistiamo, purtroppo, anche alla perdita
dei valori tradizionali: il senso di rispetto per i genitori, la solidarietà all’interno
del nucleo familiare, il riconoscimento del valore della vita. I genitori troppo spesso
abdicano facilmente al loro ruolo educativo. In questo contesto interviene la comunità
parrocchiale che cerca tra mille difficoltà, ma con grande entusiasmo, di colmare
questo vuoto». La diocesi di Ambanja con le sue quattordici parrocchie conta poco
più di centodiecimila battezzati su circa un milione di abitanti. «Qui i cattolici
sono più del dieci per cento e vivono la fede in maniera intensa e rispettosi dei
valori evangelici. In questo momento di crisi internazionale — prosegue il presule
— tutte le diocesi del Madagascar stanno puntando sull’istruzione e sulla formazione
catechetica. In particolare, nonostante gli esigui aiuti internazionali, si stanno
realizzando scuole nei villaggi dove non esistono, si organizzano corsi di formazione
a livello pedagogico e didattico per gli insegnanti, si cerca, in sostanza, di dare
sostegno ai giovani che hanno voglia di studiare. Ma anche alle migliaia di senza
tetto e di svantaggiati che lottano giorno e notte per avere un tozzo di pane». Proprio
nei giorni scorsi, due opere al servizio dei più deboli sono state inaugurate nell’isola
africana. Si tratta del dispensario San Luigi Orione e della Casa di carità per disabili,
inaugurati dal superiore generale della Piccola opera della Divina Provvidenza (Don
Orione), don Flavio Peloso. Il dispensario è stato realizzato nella città di Miandrarivo,
un centro rurale di circa tremila abitanti, a 27 chilometri di distanza da Faratsiho.
A disposizione degli abitanti del luogo ci sono alcuni servizi essenziali di medicina.
In particolare, sono attivi il reparto di maternità e di odontoiatria, oltre al laboratorio
per le analisi cliniche e a quello ecografico, una farmacia e 10 posti letto per i
casi più gravi. La Casa di carità per disabili, aperta ad Antsofinondry, nella diocesi
di Antananarivo, è stata dedicata a san Pio da Pietrelcina. È una struttura moderna
che ospiterà in regime di accoglienza e di riabilitazione i disabili della regione
con varie patologie e un dispensario aperto alla cittadinanza. (L’Osservatore Romano)