Kenya: duemila contadini senza raccolto per le inondazioni e a rischio di gravi malattie
Le piene improvvise hanno spazzato via il raccolto di riso di circa 2 mila agricoltori
nel Kenya occidentale, inondando alcune delle loro case e scaricando le latrine nei
corsi d’acqua. I funzionari del Ministero dell’Agricoltura hanno detto che gran parte
del riso era stata raccolta ed era ancora nelle fattorie ad essiccare. I contadini
che sono stati danneggiati vivono negli 870 ettari delle risaie di Kano Plains, nel
distretto di Kisumu. Le piogge - riferisce l'agenzia Fides - hanno distrutto l’unica
fonte di sostentamento di questa popolazione e minacciano di far spostare anche loro
verso altre terre. Nel mese di ottobre, il dipartimento metereologico ha emesso un
avviso su possibili inondazioni in alcune parti del paese, dopo l’inizio di brevi
piogge nel periodo ottobre-dicembre, che può essere esacerbato da El Niño. Il riso
è il terzo alimento principale in Kenya, dopo il mais e il frumento. Secondo il Ministero
delle Politiche Agricole, la produzione nazionale di questo alimento è pari a 50 mila
tonnellate all’anno, mentre il consumo annuale è di 350 mila tonnellate. Il solo Pakistan,
ogni anno, esporta 200 mila tonnellate di riso in Kenya. Le inondazioni non solo hanno
spazzato via i raccolti e le fattorie, ma hanno anche allagato le latrine che potrebbero
diventare focolaio di malattie trasmesse dall’acqua. Molti contadini tengono i raccolti
nelle abitazioni e quando sopraggiungono le alluvioni perdono tutto. I vari tentativi
fatti in passato da parte del governo per la costruzione di lance e canali per agevolare
la popolazione in caso di inondazioni, sono stati abbandonati dopo che la gente del
posto ha chiesto un indennizzo in quanto le strutture dovevano essere costruite nelle
loro aziende. Nei mesi di aprile e maggio di quest’anno diverse zone della regione
occidentale e di Nyanza hanno subito gravi inondazioni che hanno causato più di 15
mila sfollati. I Centri di evacuazione costruiti quest’anno con l’aiuto del governo
giapponese nella zona possono ospitare solo 12 mila persone. (R.P.)