Ecuador: protesta dei vescovi per la rimozione di immagini religiose da un ospedale
a Cuenca
“Profonda preoccupazione e dolore, perche in uno Stato laico che riconosce, protegge
e garantisce il diritto alla libertà religiosa, non è giusto, né sensato che si stabiliscano
questo tipo di norme”. Queste le parole del vicepresidente della Conferenza episcopale
dell’Ecuador, mons. Luis Cabrera, arcivescovo di Cuenca nella lettera al governatore
della provincia di Azuay per chiedere di ricollocare le immagini religiose rimosse
nei giorni scorsi dai corridoi dell’Ospedale Regionale “Vicente Corral Moscoso” per
disposizione del Ministro della Salute. Il presule ha affermato che questo gesto potrebbe
essere interpretato come una “discriminazione dei cattolici negli spazi pubblici”
e per questo, chiede che le immagini siano rimesse al loro posto. “Non chiediamo nessun
privilegio per la Chiesa - aggiunge l’arcivescovo - ma il rispetto del suo diritto
di esprimere la propria fede anche negli spazi pubblici, che appartengono a tutti
i cittadini, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche e religiose”. Nella
lettera - la cui copia è stata indirizzata al Presidente della Repubblica, al presidente
dell’Assemblea nazionale e al sindaco di Cuenca, mons. Cabrera - ricorda che uno Stato
laico significa “aconfessionale” non “antireligioso”, il che “ci permette la convivenza
pacifica e rispettosa tra credenti di diverse religioni e non credenti, ma anche,
di evitare qualsiasi forma di proselitismo, fanatismo e fondamentalismo religioso
o antireligioso”. Nella lettera, l’arcivescovo di Cuenca fa riferimento al paragrafo
8 dell’articolo 66 della Costituzione che garantisce “il diritto a praticare, conservare,
cambiare, professare nel pubblico e nel privato, la propria religione e le proprie
credenze, e di diffonderle individualmente o collettivamente”. Inoltre, ricorda che
lo Stato deve proteggere la libera pratica religiosa cosi come chi non pratica alcuna
religione, favorendo cosi un clima di pluralismo e tolleranza. Il vicepresidente dell’episcopato
dell’Ecuador ha affermato che la disposizione di rimuovere le immagini religiose dall’Ospedale
di Cuenca non ha considerato “ la sensibilità religiosa del popolo, in maggioranza
cattolica, né il diritto di professare la propria fede nei momenti più difficili dalla
vita, come quelli della malattia e della morte”. Mons. Cabrera ha riferito che qualche
mese fa, lo stesso ospedale, ha persino chiuso la Cappella senza tenere conto della
sua storia e, soprattutto, delle convinzioni religiose del personale e dei pazienti.
(A cura di Alina Tufani)