Regolamento Imu: preoccupazione dal mondo del no profit
Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole, con osservazioni, al regolamento
del governo per l'applicazione dell'Imu sugli immobili delle organizzazioni non lucrative,
compresa la Chiesa, destinati a usi commerciali. Le osservazioni riguardano il criterio
di "retta simbolica" previsto dal regolamento sull'Imu agli enti non lucrativi, dalle
scuole agli ospedali, alle attività di tipo ricettivo. Viene chiesta un’integrazione
sulla base dei requisiti di carattere economico definiti dal diritto dell'Ue. Forte
la preoccupazione dal mondo del non profit, già provato dai tagli del governo, come
spiega al microfono di Paolo Ondarza, Sergio Marelli,esperto
del settore:
R. - Abbiamo
grandissima preoccupazione, perché questa eventuale misura sarebbe l’ennesima che
va ad aggiungersi a una serie che ha aggravato oltremodo la crisi, già pesante anche
sul settore del no profit in Italia. Quella delle attività commerciali, ancorché residuali
per le associazioni no profit, è una delle poche soluzioni che restano e una delle
poche vie di uscita al drastico taglio dei finanziamenti pubblici, alla riduzione
delle donazioni da parte dei privati cittadini, vista la crisi che stanno soffrendo
i redditi familiari. Colpire eventualmente anche questa, potrebbe rischiare di essere
veramente il colpo finale. Non per questo, bisogna lesinare nell’indagare in quelle
realtà che si nascondono dietro il no profit, mentre invece sono vere e proprie attività
lucrative. Diverso invece, è sparare nel mucchio e fare di tutta l’erba un fascio,
apponendo l’ennesimo aggravio fiscale - in questo caso comunque economico - su di
un settore già duramente provato dalla crisi economica, ma anche dalle innumerevoli
misure che, in questo ultimo anno, il governo ha preso nei suoi confronti.
D.
- A rischio c’è tutto il mondo delle ong?
R. - Sì, assolutamente: tutto il
mondo delle ong e tutto il variegato arcipelago delle Onlus – le organizzazioni senza
fine di lucro – in Italia. Quindi, questa non è solamente - anche se sarebbe già grave
di per sé - una misura che va ad abbattersi sugli enti ecclesiali, ma è una misura
che avrebbe una conseguenza su una galassia di decine di migliaia di organizzazioni,
che oggi garantiscono quel poco di servizio che rimane ai cittadini, proprio attraverso
il loro lavoro sussidiario, rispetto ad uno Stato sempre più disimpegnato e sempre
più impossibilitato a garantire i servizi e i diritti per tutti.
D. - Eppure
l’attenzione pare puntata esclusivamente - parlo di attenzione mediatica - sull’Imu
e la Chiesa…
R. - Mi sembra che, già negli ultimi anni, abbiamo assistito a
questo fenomeno. Ogni appiglio è buono per sparare incondizionatamente sui presupposti
privilegi della Chiesa cattolica in Italia, senza avere una lente di ingrandimento
e guardare obiettivamente quali sono i fenomeni in atto. Queste misure, questi fenomeni
riguardano tutto il mondo delle organizzazioni della società civile, dentro le quali,
certamente, quelle di appartenenza ecclesiale e di ispirazione cattolica sono sicuramente
una parte molto significativa.