Darfur: oppositore ucciso. Onu preoccupata per escalation della violenza
Torna alta la tensione in Darfur dove da diversi mesi perpetrano una serie di scontri
armati. Proprio lunedì la missione congiunta Onu-Unione Africana in Darfur (Minuad)
ha espresso la sua “grave preoccupazione per l’escalation di violenza nel Nord Darfur”.
L’agenzia stampa ufficiale ‘Suna’ ha riferito che è rimasto ucciso in un’imboscata,
un dirigente locale del Partito della Giustizia (opposizione), responsabile del distretto
di Kebkabiya, mentre con alcuni colleghi viaggiava tra al Fasher, capitale del Darfur
settentrionale, e la città di Kebbaiya, a 150 chilometri ad ovest. Il riaccendersi
delle violenze nella regione occidentale del Sudan, teatro di una guerra civile dal
2003, è la conseguenza del braccio di ferro tra tre gruppi ribelli locali – il Jem
e due fazioni del Movimento di liberazione del Sudan – e il governo centrale di Khartoum.
Le tre formazioni infatti, respingono il documento di pace sul Darfour firmato a Doha
nel luglio 2011 tra il governo sudanese e il Movimento per la liberazione e la giustizia
(Ljm). Intanto per il mese prossimo, nella capitale del Qatar, è in agenda una conferenza
dei donatori, “un appuntamento importante per il processo di sviluppo e di ricostruzione
della regione” ha sottolineato Hashim Hamad, segretario generale del fondo di ricostruzione
e sviluppo dell’Autorità regionale per il Darfur. Il portavoce dell’Onu, Martin Nesriky
aggiunge: “la missione esorta tutte le parti coinvolte a cessare immediatamente le
ostilità, a rispettare i diritti umani internazionali e il diritto internazionale
per impegnarsi pienamente nella risoluzione pacifica del conflitto”. (L.F.)