Irlanda: vittoria dei "sì" nel referendum sui diritti dei bambini da includere nella
Costituzione
Il 58% dei votanti ha detto 'si' al referendum, indetto dal Governo irlandese, sui
diritti dei bambini, mentre il 42% ha votato contro. Solo il 33% degli aventi diritti
al voto si è recata alle urne. Il nuovo articolo introduce una dichiarazione esplicita
nella Costituzione irlandese in cui si riconoscono i diritti naturali e inviolabili
dei piccoli, affermando che lo Stato ha l’obbligo di assicurare, per quanto possibile,
che questi diritti siano protetti e proclamati. Tale esplicita garanzia non era contenuta
nella Costituzione e da ora, per esempio, adottare bambini dovrebbe risultare più
facile. La maggioranza, con tutti i partiti politici schierati a favore del 'si',
esulta per il risultato. Il fronte del 'no', che non veniva rappresentato da importanti
personalità e che pochi giorni prima del voto ha visto la Corte Suprema irlandese
definire “ingiusta, parziale e non dello stesso peso” la pubblicità per il 'si', presentata
dal Governo, sul referendum – che ha speso un milione di euro per la produzione e
diffusione di un libretto informativo - si è detto soddisfatto del risultato, sostenendo
ancora una volta che l’emendamento referendario non comporta novità rispetto al
testo precedente della Costituzione e che anzi la famiglia è stata svuotata della
sua responsabilità nel salvaguardare i diritti dei figli. La bassa percentuale dei
votanti è stata addebitata alla convergenza dei partiti politici sul 'si', alla mancata
discussione su giornali, radio e televisione del contenuto referendario e al fatto
che si votava per la prima volta di sabato. (Da Dublino, Enzo Farinella)