2012-11-11 14:31:31

Siria: unità delle opposizioni contro il regime di Assad. Nuove bombe su Damasco e Aleppo. Spari al confine con Israele


In Siria l'opposizione al regime di Bashar Al Assad ha annunciato di aver raggiunto un “primo accordo” per unire le differenti formazioni. La riunione dei gruppi in corso a Doha, in Qatar, sta precisando il piano che dovrebbe portare alla definizione di un governo in esilio, mentre è stato eletto il nuovo presidente del Consiglio nazionale siriano, il cristiano George Sabra. Intanto sul terreno continua la violenza: l'Osservatorio siriano dei diritti umani riferisce di nuovi bombardamenti dell'esercito contro le postazioni dei ribelli, questa mattina a Damasco e Aleppo. Ed è tensione anche sul confine tra Siria e Israele. Forze israeliane hanno sparato ''colpi di avvertimento'' in territorio siriano in risposta al lancio di bombe da mortaio sulle Alture del Golan, ieri mattina. E' la prima volta dal 1973 che questo avviene. Claudia Di Lorenzi ha intervistato il nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari, rientrato sabato dal Libano.RealAudioMP3

R. – La tensione è salita soprattutto in queste ultime settimane. Anche avvicinandosi a Damasco, si vedevano in lontananza colonne di fumo, che vuol dire esplosioni, elicotteri che volavano sopra la città, posti di blocco… Però devo dire che ho provato anche un altro sentimento, contrastante. Quando vedevano una persona ecclesiastica, quando spiegavo che ero il rappresentante del Papa, ho avuto una buona accoglienza e quel saluto che di solito fanno, che letteralmente vuol dire “si senta come nella sua patria, si senta come tra la sua famiglia”. La persona del Santo Padre, la sua autorità morale, è molto apprezzata dai cristiani ma direi anche dalle autorità.

D. – E’ anche il segno che la presenza dei cristiani è una risorsa per il Paese?

R. – I cristiani devo dire che sono rispettati e apprezzati. In questo momento il ruolo che possono avere i cristiani è il ruolo di costruzione di ponti. Direi che ancora prima degli aiuti che si possono dare, un grande aiuto, una grande consolazione, sono la nostra presenza e i valori di fratellanza universale, di riconciliazione, di non violenza, che come cristiani cerchiamo di promuovere. E’ un segno che conta, un segno che si vede.

D. - Un messaggio di vicinanza della Chiesa universale è stato portato in questi giorni anche dalla visita in Libano del cardinale Sarah, inviato del Papa......

R. – E’ stato un messaggio di spirito di comunione, per cercare il coordinamento per questi aiuti. E’ stato messo l’accento anche soprattutto sulla riconciliazione. C’è bisogno di far tacere le armi ma anche di liberare i cuori da certe armi che hanno accumulato, le armi dell’odio, della vendetta, e c’è un lavoro molto delicato, affidato alle varie religioni, per impiantare nei cuori lo spirito della riconciliazione.

D. – Il cardinale ha incontrato anche i rappresentanti di numerose agenzie caritative cattoliche che operano in Siria, in Libano e nei Paesi vicini. Quali esigenze sono emerse?

R. - Si è preso atto della necessità di un maggior coordinamento tra le varie agenzie cattoliche internazionali e la Caritas locale, le istituzioni.

D. – Come leggere la nomina di George Sabra, cristiano, a nuovo presidente del Consiglio nazionale siriano?

R. – Si potrebbe leggere anche in questo spirito però è difficile dare per il momento un giudizio. Quello che si sta vedendo in questi giorni a Doha potrebbe avere questo risultato positivo: cercare di parlare ad una sola voce. Poi è importante che si arrivi a questo coordinamento, a questa maggiore unità tra l’opposizione, che porti ad una possibilità di compromesso e di dialogo con il governo.

Ultimo aggiornamento: 12 novembre







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