Giornata del Ringraziamento rurale. Messaggio della Cei: la presenza di Dio nel lavoro
dei campi
“Non è forse la fede nella gioia di un raccolto abbondante, solo intravisto, a guidare
le sue mani nella necessaria potatura, dolorosa ma vitale? E quando il corpo si piega
per la fatica, che cosa lo sorregge e ne asciuga il sudore se non questa visione di
fede, che allarga gli orizzonti e apre il cuore?”. Si apre così il Messaggio della
Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace
della Cei, diffuso per la 62.ma Giornata Nazionale del Ringraziamento rurale celebrata
ieri. Nel messaggio i vescovi evidenziano che proprio il lavoro dei campi si fa metafora
efficace della fede, e che coloro che “sono immersi nella bellezza e nell’operosità
del lavoro rurale” possono cogliere in modo speciale quella “mano creatrice e provvidenziale
di Dio che nutre i suoi figli”: “Guai – è il monito dei presuli italiani - se dimenticassimo
la relazione d’amore e di alleanza che Dio ha intrecciato con noi, e che diventa vivissima
davanti ai frutti della terra”. Il messaggio sottolinea quindi la valenza educativa
della Giornata del Ringraziamento, in particolare per i giovani, molti dei quali negli
ultimi anni riscoprono il valore del lavoro nei campi: “nel ritorno alla terra possono
aprirsi nuove prospettive per loro e insieme un modo nuovo di costruire il futuro
di tutti noi”. Quindi nel messaggio trova spazio uno speciale ringraziamento per le
Cooperative agricole che gestiscono terreni abbandonati, talvolta sottratti alla malavita
organizzata: “la bellezza di una terra riscattata – si legge nel testo - che da deserto
diventa giardino, parla da sé: non solo cambia il paesaggio, ma soprattutto rincuora
l’animo di tutti. Una terra coltivata è una terra amata”. Infine l’esortazione a riconoscere
l’importanza dell’economia rurale, come occasione di valorizzazione e rilancio delle
risorse e delle tipicità dei diversi territori. (C.D.L.)