4mila universitari romani in pellegrinaggio ad Assisi nell'Anno della Fede
Cominciare l’Anno della fede partendo da Assisi, con l’esempio luminoso di Francesco
e Chiara. E’ questo uno dei motivi del X Pellegrinaggio degli universitari ed accoglienza
delle matricole, che si è svolto sabato nella cittadina umbra e promossa dall’Ufficio
per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma. La giornata - che ha avuto come
filo conduttore il tema ”Il Padre lo vide da lontano l’oggi di Dio, l’oggi dell’ uomo”
- ha visto la presenza di circa 4000 giovani provenienti da tutti gli atenei della
capitale. Il servizio di Marina Tomarro:
“La fede non
è credere in grandi ideali, ma capire che quando io mi muovo il Signore mi ha già
preceduto, perchè Cristo ha preso su di se la mia vita” Così il vescovo Lorenzo Leuzzi,
delegato per la pastorale universitaria, davanti ad una folla di oltre 4000 giovani
pellegrini, ha aperto la celebrazione eucaristica nella Basilica di Santa Maria degli
Angeli ad Assisi. ”Ricordiamoci sempre - ha continuato il presule, che non dobbiamo
perdere tempo e rimandare a domani l’incontro con il Signore, il mio oggi deve diventare
l’oggi di Dio, perché solo Cristo insieme al Padre da fondamento concreto alla mia
esistenza”. Ma ascoltiamo alcuni commenti dei veri protagonisti di questo pellegrinaggio,
gli universitari:
“E’ una bella occasione per fermarsi durante l’anno, durante
lo studio, conoscere anche gli studenti dell’università. Inoltre, vedere tanti ragazzi
della stessa età che si ritrovano per pregare è bello”.
“Uniamo il nostro
essere studenti a questi momenti di fede che possiamo vivere tutti insieme, anche
secondo il modello di San Francesco e Santa Chiara, che sono modelli veramente importanti
per noi giovani. Il coraggio di San Francesco nel seguire la sua vocazione, nonostante
avesse uno stile di vita diverso da quello che poi ha dovuto seguire secondo la chiamata
di Gesù: questo è stato un atto di coraggio che noi giovani dobbiamo in qualche modo
emulare”.
“Innanzitutto la figura di San Francesco. Visitare i posti
dove lui è vissuto, dove ha passato gran parte della sua vita. Poi, anche condividere
questa bella esperienza della pastorale universitaria insieme a tutti gli studenti,
e non solo, dell’Università Lateranense di cui faccio parte ma anche di tutte le università
di Roma.
D. - Questo è l’Anno della Fede, il vostro cammino comincia proprio
qui ad Assisi, cosa vuol dire per voi e in che modo cercherete di vivere questo momento
di grazia?
R. - E’ un impegno prima di tutto personale, ad esempio essere più
fedeli nella preghiera, per quanto mi riguarda. Poi, anche nella testimonianza, perché
la fede è una cosa che si trasmette, si condivide e si riceve, quindi essere più pronti
a testimoniare.
“Di solito l’università è un momento in cui ci si allontana
dalla propria casa, è un momento in cui se siamo abituati a un certo ambiente, nella
chiesa, nella nostra piccola parrocchia di città e ci troviamo a Roma dispersi. Questo
Anno della Fede per la mia vita non è un caso perché è un richiamo a concentrarmi,
a non perdermi durante il mio percorso di studi, e a trovare dentro Roma una parrocchia
dove continuare il mio cammino di fede”.
E la giornata è stata conclusa
da una fiaccolata presieduta dal vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia
Università Lateranense. Ascoltiamo il suo commento.
“A me pare che questi
ragazzi siano desiderosi di recuperare valori profondi, cioè la spiritualità, la preghiera,
l’amore del Signore Gesù Cristo, come assoluto valore della loro vita, e sono quelle
cose che la cultura circostante ormai non dà più a loro. Momenti come questi, di recupero
profondo di valori e spiritualità, scendono nel loro cuore e si vede che veramente,
finalmente, raggiungono la felicità. Un gruppo così notevole di giovani che si trovano
insieme e che sono felici può darci una speranza di futuro nuovo”.