Usa: alla plenaria di Baltimora al voto un documento sull'omiletica
Mettere in dialogo la Bibbia con la vita quotidiana delle persone, conoscere la cultura
contemporanea, approfondire il rapporto del fedele con Cristo. Sono queste alcune
delle caratteristiche fondamentali che dovrebbe avere un’omelia per essere efficace
ed incisiva e raggiungere il cuore dei fedeli. E’ quanto spiega il documento “Preaching
the Mystery of Faith: the Sunday Homily” (“Predicare il Mistero della Fede nell’omelia
domenicale”) che sarà presentato alla sessione autunnale della Conferenza episcopale
degli Stati Uniti che si è aperta ieri a Baltimora e che si concluderà il 15 novembre.
La guida omiletica, destinata a sacerdoti e diaconi e seminaristi, è stata messa a
punto dalla Commissione per il Clero, la Vita Consacrata e le Vocazioni della Usccb
che ne ha anticipato alcuni stralci sul proprio sito. Si tratta del secondo ampio
documento dell’episcopato americano dedicato alla predicazione dopo quello pubblicato
30 anni fa e intitolato “Fulfilled in Your Hearing”. L’idea di pubblicare un nuovo
documento aggiornato sulla predicazione – ha spiegato all’agenzia Cns il presidente
della Commissione episcopale mons. Robert Carlson, arcivescovo di St. Louis - è nata
sei anni fa, ma ha avuto nuovo impulso e ispirazione dalla pubblicazione nel 2010
dell’Esortazione apostolica di Benedetto XVI “Verbum Domini”, frutto del Sinodo dei
Vescovi del 2008 sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. La
nuova guida cita molti esempi tratti dalle Scritture a cominciare dalla predicazione
di Gesù, invitando in particolare i celebranti a mettere in relazione l’omelia con
il vissuto quotidiano dei fedeli: “L’omelista oggi – si legge - deve essere cosciente
del fatto che si rivolge a un’assemblea culturalmente molto più eterogenea rispetto
al passato e fortemente condizionata da un contesto sociale secolarizzato”, senza
perdere di vista il nesso vitale tra l’omelia e l’atto liturgico dell’Eucaristia.
Essa deve toccare la vita dei fedeli e rafforzare il loro legame con Cristo: “Richiamando
l’attenzione sulla Sua umanità, povertà, compassione, sincerità, sofferenza e morte,
un’omelia dimostrrerebbe ai fedeli quanto sono amati dal Figlio di Dio che si è incarnato
nella nostra condizione umana”. In questo senso “il racconto di storie di vita che
illustrano l’esperienza umana o le realtà della cultura contemporanea aiuta a rendere
viva un’omelia e ad aprire la strada a una migliore comprensione del testo biblico”.
Ecco perché i celebranti devono sapere “cosa i loro fedeli guardano in tv, il tipo
di musica che ascoltano, da quali siti sono attirati e quali film li appassionano”.
Solo così – afferma il documento - potranno suscitare l’interesse di chi li ascolta,
in particolare di chi vive ai margini della fede. (A cura di Lisa Zengarini)