Siria: oltre 110 morti. Eletto a Doha il nuovo capo del CNS
In Siria. E' il cristiano George Sabra, il nuovo presidente del Consiglio nazionale
siriano, espressione all'estero dell'opposizione a Bashar Assad. Sul terreno continuano
gli scontri tra lealisti e ribelli: 110 i morti di ieri. Teatro di guerra, ancora
Damasco e Aleppo ma anche le alture del Golan. Drammatica la situazione dei profughi
e mentre gli Usa stanziano 34 milioni di dollari di aiuti l’Onu denuncia: nel 2013
per 4 milioni di siriani sarà emergenza umanitaria. Marina Calculli:
Dunque continuano
a far discutere le dichiarazioni di ieri del presidente Assad, il quale ha ribadito
che non lascerà la Siria e che solo le urne potranno decidere il suo destino. Ma a
chi è rivolto questo messaggio? Benedetta Capelli lo ha chiesto a Luigi
Goglia docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici all’università
Roma 3:
R. - Gli interlocutori
più importanti sono le forze che gli sono avverse nel Paese, ma soprattutto la scena
internazionale, molto probabilmente il riconfermato presidente Obama. Il punto è su
che cosa si basa tutto questo. Io credo che lui abbia ancora posizioni di forza dentro
il Paese. Inoltre c’è la solidale alleanza con la Russia e con l’Iran e questi sono
altri due punti di forza.
D. - Tra l’altro Assad ha detto che le violenze potrebbero
cessare se terminasse il sostegno internazionale ai ribelli, ma con chi ce l’aveva,
secondo lei?
R. – Secondo me, lui ce l’aveva con tutti, però in particolare
con il sostegno forte in soldi, armi, uomini, che viene dall’Arabia Saudita e dagli
Emirati.
D. – Allora, come uscire da questa situazione senza un intervento
esterno?
R. – Io parlerei forse di più di un non intervento esterno: se non
intervenisse più massicciamente l’Iran, gli Hezbollah, gli aiuti che ha dalla Russia
e forse anche dalla Cina ... questo sarebbe un grande aiuto alla pacificazione nazionale
siriana.