Mons. Müller: neo-ateismo disumano e intollerante, la fede è sempre moderna e apre
alla speranza
La Chiesa è “promotrice della vera ‘modernità’, in cui la speranza torna per tutti
possibile nell’apertura a Dio, futuro dell’uomo”: è quanto ha affermato ieri mons.
Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel
suo intervento alla giornata conclusiva del quinto Congresso Mondiale di Metafisica,
organizzato a Roma dalla Fondazione Idente di Studi e di Ricerca. Il servizio di Sergio
Centofanti.
La fede è anche oggi più che mai “moderna” e apre alla speranza
di fronte al pessimismo di quanti negano “la possibilità della conoscenza di Dio per
mezzo della Rivelazione. Mons. Müller è esplicito: “l’ottimismo della visione cristiana
del mondo e dell’uomo si contrappone alla “visione del mondo pseudo-scientifica propagandata
dal neo-ateismo” che “viene ai nostri giorni esaltata come programma di opinione da
imporre all’intera umanità”. Di qui il “carattere disumano e intollerante” di questa
visione nichilista che si maschera con una “morale filantropica e umanitaria”, per
cui “se qualcuno crede all’esistenza di un Dio personale, a costui non deve essere
concesso diritto d’esistenza né mentale, avendo contratto un ‘virus divino’ che richiede
di essere isolato, né fisica, e deve perciò essere considerato un parassita”. Eppure
– ha affermato il presule – “diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o
sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo? Qual
è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado
ogni progresso? Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo? Che apporta
l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?”.
“È un fatto – ha rilevato mons. Müller - che la vita dell'uomo sulla terra sia breve,
e quanto più passano i suoi giorni, tanto più ciascuno percepisce la brevitas vitae
come una sfida esistenziale. Ma proprio questo è il punto: merita profittare del tempo
quale risorsa per destarsi dal sonno dell'ideologia dell'autorealizzazione e dell'uomo
che si costruisce da sé”.
Infatti – ha sottolineato il prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede - ”l'uomo riconosce se stesso come persona” solo alla luce
di Dio: “solo in Dio incontra la pace nella sua ricerca della verità e nella sua tensione
al bene”. E solo in Dio realizza la sua piena libertà “sotto forma di amore”. “La
forma della libertà umana, quindi, non si realizza nell'opposizione a Dio”, come vorrebbe
il neo-ateismo, “ma solo sul fondamento della perfetta libertà spirituale di Dio.
Se Dio viene esaltato, anche l'uomo viene esaltato di conseguenza. La salvezza dell'uomo
– ha concluso mons. Müller - non può che arrivare dal Dio che offre liberamente all'uomo
la sua grazia”.