La Chiesa proclama Beata la mistica benedettina Maria Luisa Prosperi
Sabato pomeriggio nella Cattedrale di Spoleto il cardinale Angelo Amato, prefetto
della Congregazione delle Cause dei Santi, ha proclamato Beata la Venerabile Maria
Luisa Prosperi, badessa benedettina del Monastero di Santa Lucia in Trevi, nata nel
1799. Per l’esemplarità della sua vita monastica fu eletta e confermata badessa per
ben quattro volte fino alla sua santa morte, avvenuta il 12 settembre del 1847, dopo
una lunga e sofferta malattia. Un ritratto della nuova Beata nel servizio di Claudia
Di Lorenzi:
Il silenzio,
la preghiera, l’esperienza mistica del dialogo con Cristo e la devozione al cuore
di Gesù. E poi il forte carisma personale, che la rendeva amabile e insieme autorevole,
e la pose alla guida di quella comunità benedettina che l’accolse appena ventenne.
Sono solo alcune delle molteplici sfumature che caratterizzano la figura di Maria
Luisa Prosperi, che la Chiesa proclama Beata. “Una donna innamorata di Dio” – la descrive
il cardinale Angelo Amato – che fu eroica anzitutto nella fede:
“Una
fede ferma, salda, illimitata, la elevava alle vette dei misteri di Dio. Sembrava
che vedesse con gli occhi quanto noi crediamo per fede”.
Una mistica depositaria
di “doni e grazie straordinarie”, che si rivela modello anche per i fedeli di oggi.
Ancora il cardinale Amato:
“Di fronte alla grandezza della sua fede, del
suo amore e della sua umiltà si prova un senso di smarrimento. La nostra fede piccina,
timorosa, mediocre forse ritiene esagerata la sua testimonianza. Ma dimentichiamo
che la fede (…) non può che essere esagerata. Non è forse esagerato l'amore di Dio
verso di noi?”.
Del valore esemplare della sua testimonianza parla anche
l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, che evidenzia come “il riflesso
luminoso” della sua santità, vissuta nel raccoglimento della vita monastica, incoraggia
i fedeli a proseguire nel cammino di fede, e consolida la certezza che a ciascuno
è offerta la possibilità di “vivere l’amicizia con Dio e far sì che il rapporto personale
con Lui dia forma ai pensieri, alle parole alle azioni”. Dal nascondimento della vita
monastica, un esempio luminoso per la Chiesa intera. Ultimo aggiornamento: 11
novembre 2012