2012-11-10 13:13:16

Argentina: vescovi respingono accusa di complicità della Chiesa col passato regime militare


“Che ci sia stata una sorta di connivenza è totalmente lontano dalla verità dell’operato dei vescovi in quel periodo”. Questa è la risposta dei vescovi argentini alle recenti accuse di complicità di alcuni membri della Chiesa con gli orrori della dittatura. Al termine dell’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale argentina, i vescovi hanno diffuso la lettera: “La fede in Gesù Cristo ci porta alla verità, alla giustizia e alla pace”, nella quale percorrono i momenti oscuri della dittatura degli anni '70 e si impegnano a promuovere “uno studio più completo dei fatti alla ricerca della verità, nella certezza che questa ci farà liberi”. Nella lettera, i presuli riconoscono che sebbene siano passati ormai tanti anni “continuano a uscire domande su alcuni fatti e sulla responsabilità di persone e istituzioni” che però bisogna valutare nel “contesto socio-politico dell’epoca”. In particolare, i vescovi rifiutano categoricamente le “recenti affermazioni dell’ex presidente golpista J.R.Videla che attribuiscono alle persone allora alla guida dell’episcopato, la complicità nei delitti di Stato”. Anzi, i presuli ricordano “le sofferenze e i richiami della Chiesa per i tanti scomparsi, torturati, uccisi senza processo, per i bambini strappati dalle loro madri, vittime del terrorismo di Stato”. Una verità dolorosa che la Conferenza episcopale argentina si è impegnata a scoprire insieme a investigatori e a tutte le persone interessate alla verità. “Inoltre – si legge ancora nella nota - esortiamo chi conosce la fine dei bambini rapiti o i luoghi delle fosse comuni clandestine a sentirsi moralmente obbligato a rivolgersi alle autorità competenti”. Nella lettera l’episcopato ripropone alcuni testi di vescovi dell’epoca e ricordano la richiesta di perdono fatta dalla Chiesa argentina nel Giubileo dell’Anno 2000, per essere stata “indulgente con certe posizioni totalitarie” e per non essersi impegnata abbastanza nella difesa della democrazia. Riconoscendo che “una giustizia attesa cosi a lungo, non è più giustizia, e quindi si aggiunge dolore e scetticissimo”, i presuli riconfermano la loro richiesta di perdono. Infine, nella lettera i vescovi argentini, in questo Anno della Fede rinnovano l’impegno ad essere servitori dei più bisognosi e chiedono alla Vergine Maria di abbracciare con tenerezza quanti sono in attesa della consolazione della verità, della giustizia e della pace”. (A cura di Alina Tufani)







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