Missione in Libano del cardinale Sarah: oggi l'incontro a Beirut con le Caritas della
regione
La visita del cardinale Robert Sarah “sta procedendo davvero bene. Al programma intenso
si aggiungono incontri inattesi e sorprendenti, come quello avvenuto mercoledì scorso
tra il cardinale e il patriarca ortodosso di Antiochia, Ignatius IV Hazim”: così mons.
Simon Faddoul, direttore di Caritas Libano, offre all'agenzia Fides un'immagine sintetica
della prima giornata trascorsa in terra libanese dal presidente del Pontificio Consiglio
Cor Unum, inviato dal Papa nel Paese mediorientale con il compito di manifestare la
vicinanza della Santa Sede e della Chiesa universale alle popolazioni duramente provate
dal conflitto siriano. Sempre mercoledì, il porporato è stato ricevuto dal Presidente
della Repubblica libanese, il cattolico maronita Michel Suleiman. Poi ha incontrato
il Sinodo dei vescovi maroniti - prendendo parte al loro incontro mensile – e ha fatto
visita al patriarca armeno cattolico Nerses Bedros XIX Tarmouni. A questi incontri
si è aggiunto quello “a sorpresa” con l'anziano Patriarca ortodosso, nato 91 anni
fa in un villaggio siriano vicino ad Hama. Racconta a Fides padre Faddoul: “Il Patriarca
Ignatius normalmente risiede a Damasco. Ho saputo che in questi giorni si trovava
in Libano, per un check up sanitario. Ho avvertito il nunzio apostolico, l’arcivescovo
Gabriele Caccia, e il cardinale Sarah, che ha voluto visitare il Patriarca ortodosso
in ospedale. E' stato un incontro intenso tra due uomini di Chiesa. Il patriarca ha
ringraziato di cuore il cardinale, e attraverso di lui anche il Papa, per questa iniziativa,
chiedendo una vicinanza e una collaborazione più stretta tra le nostre Chiese, specialmente
in questi tempi difficili”. Ieri il cardinale Sarah si è spostato a Baalbek, nella
valle della Bekaa, nell'area libanese nord-orientale dove si concentrano buona parte
dei profughi fuggiti dalla Siria. Padre Simon Faddoul, presidente di Caritas Libano
e organizzatore della visita del prelato, racconta all'agenzia Asianews la straordinaria
accoglienza ricevuta dal cardinale Sarah: "Al suo arrivo in uno dei campi della valle
della Bekaa, egli è stato acclamato come un padre. Una folla di persone commossa si
è raccolta intorno alla nostra delegazione. La quasi totalità erano musulmani, che
hanno ringraziato il Vaticano, il Papa e tutta la Chiesa per il loro lavoro disinteressato.
Una madre con un figlio di quattro mesi ha chiesto esplicitamente al cardinale di
adottare il bambino per salvarlo da questa situazione terribile". Il sacerdote aggiunge
che centinaia di persone, bambini, donne, anziani hanno lanciato un appello al Papa
chiedendo di fare tutto quello che è in suo potere per influenzare le alte sfere politiche
e far cessare la guerra fra esercito siriano e ribelli. Il sacerdote spiega che la
situazione nei campi profughi con centinaia di migliaia di rifugiati è terribile.
Il governo non ha ancora regolarizzato gli spazi e la gente costruisce la sua tenda
o la sua baracca con quello che trova in giro. "La situazione - continua - è terribile:
fogne a cielo aperto, acqua non potabile, cumuli di spazzatura. Nessuno ha accesso
a luce e acqua; solo la Caritas ha installato dove possibile dei pannelli a energia
solare". "A tutt'oggi - aggiunge padre Faddoul - la Caritas è l'unica organizzazione
attiva in tutti i campi profughi della valle della Bekaa, che in questi mesi ha raccolto
la maggior parte dei siriani. Speriamo di avere i fondi per continuare il nostro lavoro".
Oggi, nell'edificio della Caritas di Beirut, il presidente di Cor Unum inviato dal
Papa coordinerà l'incontro con i rappresentanti di circa venti agenzie caritative
cattoliche operanti in Libano, Siria, Giordania, Turchia e Irak. La riunione no-stop,
che si protrarrà per l'intera giornata, consentirà di coordinare l’impegno umanitario
della Chiesa cattolica nella regione, valutando anche i progetti da finanziare con
la donazione di un milione di dollari che Benedetto XVI - attraverso il cardinale
suo inviato – ha voluto destinare al soccorso delle popolazioni siriane sofferenti.
(R.P.)