Il Papa all’Interpol: rafforzare la collaborazione nella lotta a terrorismo e criminalità
La “società giusta esige anche l’ordine” per una “pacifica e serena convivenza civile”:
è quanto sottolineato da Benedetto XVI nell’udienza all’assemblea generale dell’Interpol,
che ha riunito a Roma i rappresentanti degli organismi di polizia di 190 Stati membri,
tra cui dal 2008 figura anche il Vaticano. Il Papa ha condannato fermamente quei fenomeni
come il terrorismo e la criminalità organizzata che, ha detto, rappresentano “un’offesa
all’intera umanità”. All’evento, oltre ai vertici dell’Interpol, ha preso parte anche
il ministro italiano degli Interni, Anna Maria Cancellieri. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
E’ “doveroso”
reprimere il crimine “nell’ambito di regole morali e giuridiche”, perché “l’azione
contro la criminalità va sempre condotta nel rispetto dei diritti dell’uomo”. E’ uno
dei passaggi chiave del discorso di Benedetto XVI all’assemblea dell’Interpol, definita
“presidio di sicurezza internazionale”. Nel suo intervento, il Papa ha auspicato una
maggiore collaborazione internazionale per affrontare il crimine. Quindi, si è soffermato
sulle diverse forme che la violenza assume nella nostra epoca, dopo le grandi speranze
suscitate dalla fine della Guerra Fredda:
“Les formes le plus graves des
activités…” “Le forme più gravi delle attività criminali – ha detto – possono
essere individuate nel terrorismo e nella criminalità organizzata”. Il terrorismo,
ha denunciato, “è una delle forme più brutali della violenza, semina odio, morte,
desiderio di vendetta”. E ha osservato: “Questo fenomeno, da strategia sovversiva
tipica di alcune organizzazioni estremistiche” si è “trasformato in una rete oscura
di complicità politiche, utilizzando anche sofisticati mezzi tecnici, ingenti risorse
finanziarie ed elaborando progetti su vasta scala”:
“De son coté, la criminalité
organisée…” “Dal canto suo – ha proseguito – la criminalità organizzata prolifera
nei luoghi della vita quotidiana e spesso agisce e colpisce al buio al di fuori di
ogni regola”. Il Papa ha condannato in particolare la “tratta della persone”, “forma
moderna di schiavitù”, come pure “il traffico di farmaci utilizzati in gran parte
dai poveri che uccidono invece di curare”. Un commercio che diventa ancora più esecrabile
quando riguarda gli organi umani di vittime innocenti. Questi delitti, ha avvertito,
“infrangono le barriere morali” della civiltà e “ripropongono una forma di barbarie
che nega l’uomo e la sua dignità”. E ha ribadito che la violenza è sempre “inaccettabile,
perché ferisce profondamente la dignità umana e costituisce un’offesa all’intera umanità”.
Il contrasto del crimine, ha però avvertito il Papa, deve sempre avvenire nel rispetto
dei diritti umani:
“En efecto, la lucha contra la violencia…” “Infatti
– ha sottolineato – la lotta alla violenza deve mirare certamente ad arginare il crimine
e a difendere la società, ma anche al ravvedimento e alla correzione del criminale”,
che “non va escluso dalla società, ma recuperato”. Al tempo stesso, ha proseguito
Benedetto XVI, “la collaborazione internazionale contro la criminalità non può esaurirsi
soltanto in operazioni di polizia”. E’ essenziale, infatti, che alla pur necessaria
“opera repressiva” si accompagni l’attenzione ai fattori di “esclusione sociale e
di indigenza”, che “possono alimentare la violenza” e “favorire le condizioni affinché
essa non nasca e non si sviluppi”:
“La respuesta a la violencia…” “La
risposta alla violenza e al crimine – ha ribadito il Papa – non può essere delegata
alle sole forze dell’ordine, ma richiede la partecipazioni di tutti i soggetti che
possono incidere su questo fenomeno”. Sconfiggere la violenza, è stata la sua esortazione,
è allora “un impegno che deve coinvolgere non solo le istituzioni e gli organismi
preposti, ma la società nel suo complesso”, comprese le realtà religiose. “Ciascuno
– ha concluso il Papa – ha la sua specifica parte di responsabilità per un futuro
di giustizia e di pace”. Al momento dei saluti, il Papa ha espresso la sua gratitudine
all’Interpol per la collaborazione che offre alla Gendarmeria vaticana, soprattutto
in occasione dei viaggi apostolici internazionali.