Santa Sede. Messaggio per la festa indù del Deepavali: educare i giovani alla pace
“La pace non è la semplice assenza di guerra” ma è “un recupero dell’armonia”, “un
frutto della carità”. Così il Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
pubblicato ieri per la festa indù del Deepavali. Si tratta di una delle più antiche
e importanti feste del mondo induista che simboleggia la vittoria del bene sul male,
della vita sulla morte e durante la quale si usano accendere candele e lampade per
dire che la luce è più forte delle tenebre. Genitori, insegnanti, capi politici e
religiosi sono chiamati ad educare i giovani ad essere “costruttori di pace” e in
ogni educazione alla pace le differenze culturali si devono considerare come una ricchezza
e non un pericolo, sottolinea il testo a firma del presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso, il cardinale Jean-Louis Tauran, e del segretario, padre
Miguel Angel Ayuso Guixot. “La famiglia è la prima scuola di pace”, dove si insegnano
reciproca fiducia, rispetto e perdono – evidenzia ancora il Messaggio - così come
anche la scuola e l’università hanno il compito di assicurare un’educazione che rispetti
l’innata dignità di ogni essere umano. I capi religiosi, in particolare, devono poi
“divenire messaggeri di pace” e così “quella completezza che la pace trasmette darà
forma ad un mondo più fraterno”. (A cura di Debora Donnini)