Procreazione: emendamento permette di disconoscere i bimbi nati in provetta
Fa discutere l’emendamento presentato dall’Idv e approvato mercoledì dalla commissione
Affari Sociali della Camera, con il solo voto contrario della Lega, in merito ad
una legge a sostegno della segretezza della gravidanza. Tale emendamento modifica
la legge 40 sulla procreazione assistita perchè prevede che anche le madri che hanno
avuto un figlio in provetta possano disconoscerlo al momento della nascita, come avviene
per le donne che lo hanno avuto da una gravidanza naturale. Paolo Ondarza
ha chiesto un commento a Lucio Romano, presidente di Scienza e Vita:
R. – E’ opportuno
prima di tutto fare una precisazione in merito alla possibilità di ricorrere all’anonimato
da parte della madre che ha concepito naturalmente il proprio figlio. Questa possibilità
di ricorrere all’anonimato da parte della madre, al momento della nascita del figlio,
ha la specifica finalità di dare una concreta possibilità di evitare il ricorso all’aborto,
quando la gravidanza non è stata desiderata. Quindi, nella fattispecie, il ricorso
all’anonimato ha un fondamento di intrinseca eticità e assoluta condivisibilità. Ma
la situazione in merito a gravidanze con ricorso a procreazione medicalmente assistita
presenta caratteristiche sue proprie.
D. - Quindi se da una parte la possibilità
di non riconoscere un figlio al momento della nascita evita il ricorso all’aborto,
va detto però che i bambini che nascono con la fecondazione assistita sono nella stragrande
maggioranza intensamente desiderati…
R. – Infatti nell’esperienza comune non
risultano casi di disconoscimento di maternità dopo procreazione medicalmente assistita
o perlomeno non si rilevano significativi dati ufficiali.
D. – Il voto di ieri
è stato salutato positivamente da chi da sempre è contrario alla Legge 40, tanto che
c’è chi parla di un blitz montato ad arte per riscrivere le norme in materia…
R.
- Io mi attengo a quanto è stato riportato dalle agenzie subito dopo l’approvazione
dell’emendamento. Bene, molte dichiarazioni in merito parlano in maniera inequivocabile
di una volontà: modificare per via legislativa la Legge 40 o attraverso modifiche
parcellari, vale a dire con emendamenti o addirittura, come qualcuno ha riportato,
di una volontà assoluta di ridiscutere tutta la legge 40 e di riformularla; chiaramente
nei tempi e nei modi che saranno possibili perché sappiamo che questa legislatura
è in via di conclusione.
D. – Con questo emendamento sarebbe tecnicamente possibile
indurre una donna a condurre una gravidanza per conto di altri, affittare l’utero,
per dirlo in altre parole?
R. – In forma di clandestinità praticamente sì.
Ci si dovrebbe avvalere di procedure che sono illegali in Italia. Ma il discorso
diventa molto complesso sotto il profilo dell’ordine legale perché le procedure di
adozione e di affido sono molto puntuali nella legislazione italiana.