Missionari d'Africa, "spezziamo le catene anche oggi"
Ad Abijan, in Costa
d'Avorio, ogni anno nella festa dell'indipendenza gli uomini sfilano con le mani alzate
e incatenate per rievocare la fine dello schiavismo. Nella campagna pugliese altri
uomini neri, immigrati, raccolgono gli aranci con uno stipendio indegno. Nel Nord
Uganda, in Sudan, nel Congo, molte donne subiscono torture, stupri e diventano schiave.
Nella regione del Katanga, cassaforte delle ricchezze congolesi, ogni giorno migliaia
di disperati scavano a mani nude per cercare minerali preziosi per l'Occidente. Sono
le vecchie e nuove schiavitù del continente nero rievocate dalle immagini della mostra
"Spezziamo le catene!", allestita alla Chiesa del Gesù di Roma
dai Missionari d'Africa nel 125mo anniversario della Campagna
Antischiavista del loro fondatore, il card. Charles Lavigerie. "Dobbiamo proseguire
il suo impegno anche oggi", spiega p. Paolo Costantini, diretttore del
bimestrale dei padri bianchi Africa, che organizza la mostra. "Anche se
ufficialmente è stata abolita, infatti, la schiavitù resiste ancora oggi. E le
carrette nel Mediterraneo, causate dal debito internazionalie e dallo sfruttamento
dell'Africa, sono spesso peggio delle navi dei negriegri". (A cura di Fabio Colagrande)