2012-11-08 12:29:07

Il cardinale Grocholewski al Congresso Mondiale di Metafisica: non spegnere mai la ricerca dell’assoluto e dell’infinito


Si è aperto oggi a Roma il quinto Congresso Mondiale di Metafisica, organizzato dalla Fondazione Idente di Studi e di Ricerca. Il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha portato il saluto di Benedetto XVI ai partecipanti, circa 150 da oltre 25 nazioni: “tutti sappiamo dell’importanza” – ha detto - che il Papa attribuisce alla metafisica, così come al dialogo stimolante, vivo e fruttuoso tra studiosi e ricercatori”. Il campo della metafisica – ha proseguito il porporato – “ci dà prova che un vivo interesse per l’assoluto, per l’infinito, per il fondamento ultimo della nostra esistenza e del nostro pensare non è scomparso dalla cultura umana considerata nella sua universalità. Non esisterebbero infatti filosofia né religione né i grandi ideali che possono trasformare la storia senza la ricerca metafisica”. “Cercare di rispondere alle grandi domande di senso – ha aggiunto - è certamente un compito che i filosofi non dovrebbero mai abbandonare, come non possono neanche rinchiudersi in nessuna torre d’avorio fuori dal mondo e dai progressi che si fanno nei diversi ambiti del sapere umano”. Ma “purtroppo – ha precisato - nella realtà attuale si cerca spesso di evitare queste domande e limitare l’uso della ragione a ciò che è sperimentabile, dimenticando ‘che ogni scienza deve pur sempre salvaguardare l’uomo e promuovere la sua tensione verso il bene autentico. Sopravvalutare il «fare» oscurando l’«essere» non aiuta a ricomporre l’equilibrio fondamentale di cui ognuno ha bisogno per dare alla propria esistenza un solido fondamento e una valida finalità’ (Benedetto XVI, Discorso alla Pontificia Università Lateranense, 21 ottobre 2006) . Da parte sua il prof. Jesús Fernández Hernández, presidente del Congresso, ha sottolineato che “già da tempo, il mondo intellettuale non vede di buon occhio la metafisica, e questo è preoccupante”. In un tempo in cui regnano relativismo e pragmatismo – ha spiegato - “la metafisica è morta alla sensibilità storica del pensiero debole che la ignora totalmente”. Padre Fernández Hernández ha quindi sottolineato le carenze degli esiti della metafisica “ma non è meno vero il fiasco strepitoso di uno scientificismo che s’era innalzato per decenni come la panacea esplicativa e comprensiva della realtà. Le carenze umane continuano ad essere presenti: l’ingiustizia, la povertà, l’emarginazione, la violenza, la malattia, la solitudine, l’insicurezza e, in ultimo, l’inesorabile morte”. L’unica metafisica possibile – ha concluso – è quella dell’amore assoluto “che può darci una visione sempre più formata, quella che possa dare unità, direzione e senso al nostro essere ed al nostro agire”.







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