Convegno su informazione e lotta alla pedofilia. Intevista con don Fortunato Di Noto
"TutelAmi”: questo il titolo del Convegno nazionale sull’infanzia promosso dall’Associazione
Meter onlus che si è concluso ieri a Noto, in Sicilia. L’incontro ha posto particolare
attenzione al tema informazione e minori e al reato di pedofilia e, dunque, rispettivamente
alla Carta di Treviso e alla Convenzione di Lanzarote. Fabio Colagrande ha intervistato
don Fortunato Di Noto, presidente dell’Associazione impegnata nella lotta alla pedofilia.
R. – I minori
sempre ci chiedono di essere tutelati. Non a caso, il titolo del convegno è “TutelAmi”,
su due fronti. Il primo è quello dell’informazione. Non a caso, questo convegno nazionale
l’abbiamo realizzato insieme all’Ordine nazionale dei giornalisti in Italia. Dall’altra
parte, era necessario puntualizzare come i mass media, i giornalisti debbano occuparsi
come una specie di servizio, di missione, di ministero, in particolare delle fasce
più deboli, in particolare delle fasce vulnerabili e dei piccoli, con competenza e
con responsabilità. Questa è la dimostrazione di come la Chiesa sta scendendo in campo:
non soltanto per eventuali, possibili scandali che si sono succeduti o si succedono
nella nostra realtà ecclesiale; ma la Chiesa ha visto un fronte nuovo, un fronte nuovo
di servizio alla carità: quello di stare dalla parte dei bambini, delle vittime e
soprattutto elaborare percorsi sostenuti affinché questi atti aberranti che avvengono
nei confronti dei piccoli non accadano mai più.
D. – In questi ultimi 20 anni,
la Carta di Treviso firmata nel ’90 proprio per disciplinare i rapporti tra infanzia
e informazione, è stata tenuta presente dai professionisti dell’informazione?
R.
– Certamente non tutti l’hanno adottata. Si è più tentati – e l’abbiamo detto in maniera
forte – dalla notizia spettacolarizzata, alla lesione totale dei diritti fondamentali
alla privacy non soltanto del bambino ma anche di tutto l’entourage che vive
intorno al bambino: dalla famiglia, ai genitori, alla scuola, ai compagni, agli amici.
Gli ultimi fatti accaduti in Italia dimostrano come non ci sia quella accortezza necessaria
per la tutela dei bambini. La Carta di Treviso è una pietra miliare, ma sicuramente
le violazioni sono molte di più di quelle che l’Ordine dei giornalisti ha sanzionato
in qualche caso ritenuto non adeguato nel rispetto dei bambini. Non dimentichiamo
che forse la Carta di Treviso dovrebbe essere rivista ancora una volta, specificatamente
per quanto riguarda il mondo di internet. Abbiamo una informazione che ormai è diventata
una specie di blogosfera; non sappiamo se l’informazione corrisponde alla verità della
parola e non soltanto della parola, ma dei fatti!
D. – La recente ratifica
da parte dell’Italia della Convenzione di Lanzarote è anche un’occasione per richiamare
il contrasto a reati come l’istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia,
l’adescamento di minori … Cosa dice il vostro convegno su questi temi?
R. –
Il nostro convegno ha cercato e sta cercando innanzitutto di far conoscere l’importanza
della Convenzione di Lanzarote che, ancora una volta, è un fiore all’occhiello dell’ordinamento
giuridico italiano: per la prima volta, la parola pedofilia entra in un contesto
di ordinamento giuridico e questo è fondamentale, importante. Ma pedofilia
intesa soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta istigazione, cioè avallare
quelle pratiche o quelle idee che normalizzano le pratiche nei confronti dei bambini
per quanto riguarda gli abusi sessuali, anche comportamenti disdicevoli che ledono
la loro dignità. Certamente questo è un punto importantissimo. E’ stata una battaglia
ventennale di Meter – non dimentichiamolo – ottenere il riconoscimento che la pedofilia
è un fenomeno trasversale. Basti pensare che, negli ultimi dieci anni di Meter, abbiamo
segnalato 90 mila siti pedo-pornografici in tutto il mondo su 800 mila monitorati:
quindi, un lavoro enorme, veramente. Poi abbiamo contato più di 100 mila volti di
bambini coinvolti, e questo veramente dice come il fenomeno sia molto drammatico:
bambini dalla tenerissima età fino anche ai 12 anni. Oltre a questo, non dimentichiamo
la pedofilia culturale: un’enormità di produzione di materiale pubblicitario
per la rivendicazione di normalizzazione della pedofilia, dal boy-love-day,
alle giornate dell’orgoglio pedofilo, a siti personali e comunitari, al punto che
le lobby pedofile sono arrivate anche a farsi un’agenzia di stampa pedofila.
Quindi, questa è la dimostrazione di come il fenomeno sia veramente esteso. Per questo
si chiede una formazione, un’informazione, una prevenzione e – perché no? – una presa
d’atto. Il crimine della pedofilia non è soltanto normato dalle leggi e dalla Convenzione
di Lanzarote, ma dovrebbe essere dichiarato veramente un crimine contro l’umanità.