Attesi migliaia di giovani europei a Roma per l'incontro promosso a fine anno dalla
Comunità di Taizè
Dopo 25 anni farà di nuovo tappa a Roma il “Pellegrinaggio di fiducia sulla terra”
che, dal 28 dicembre al 2 gennaio prossimi, vedrà nella capitale migliaia di giovani
provenienti da tutta Europa. Ad organizzarlo è la Comunità di Taizè in collaborazione
con il vicariato di Roma e la pastorale giovanile. Intensa la fase di preparazione
dell’evento che intende coinvolgere parrocchie e famiglie anche per l’accoglienza
dei giovani stessi. Sul suo significato, Adriana Masotti ha intervistato frère
Marek di Taizè:
R.
– La nostra comunità organizza incontri europei già da più di 30 anni. Questo incontro
a Roma sarà il 35.mo incontro europeo e sarà una tappa del Pellegrinaggio di fiducia
sulla terra, che Frère Roger ha cominciato per invitare i giovani ad approfondire
la fede, per cercare come conciliare la fede con le sfide della vita di oggi. I giovani
arriveranno a Roma per pregare insieme, per condividere le loro esperienze di fede,
di vita e poi anche per conoscere e scoprire la Chiesa di Roma. Qui potranno scoprire
la continuità della fede. Troveranno le tracce della vita dell’impegno dei primi cristiani
ma poi, nelle parrocchie dove saranno accolti per questi sei giorni, incontreranno
le persone che oggi ancora si impegnano per annunciare Cristo, per vivere il Vangelo.
D.
– Questa edizione avrà un tema di riflessione e di preghiera particolari?
R.
– Noi inviteremo i giovani ad andare alle sorgenti della fede per diventare più solidali
verso la famiglia umana. Approfondire la fede non vuol dire fuggire dalle sfide e
dai problemi del mondo di oggi, ma vuol dire impegnarsi ancora di più per creare la
fiducia nell’umanità. Questo è l’invito per i giovani: quello di cercare le nuove
vie della solidarietà.
D. – Una ricerca che avverrà anche attraverso l’incontro
con esperienze già in corso…
R. - Per aiutare i giovani a scoprire i segni
della speranza e trovare queste nuove vie della solidarietà, i giovani saranno accolti
nelle parrocchie romane. Già da settembre un gruppo di noi sta preparando questo evento
e stiamo visitando le parrocchie di Roma per invitare i giovani, soprattutto, ma anche
le famiglie a partecipare con noi alla preparazione. Cercheremo insieme di trovare
questi segni di speranza, trovare le persone che sono impegnate nelle parrocchie,
che fanno qualcosa di bello, di ispirazione per gli altri, per amore del Vangelo e
di Cristo. Poi cercheremo l’ospitalità per questi giovani che vengono qui da tutta
l’Europa.
D. – Avete preso contatti con le parrocchie non soltanto per la condivisione
di esperienze, ma anche proprio per l’alloggio, per l’accoglienza concreta nei giorni
dell’ incontro…
R. - Sì, cerchiamo soprattutto le famiglie che sarebbero disposte
ad accogliere uno, due, tre giovani ma anche le famiglie religiose, le comunità religiose.
Oltre ad offrire accoglienza, alle parrocchie che lo vorranno, chiediamo anche di
preparare un programma per i giovani al mattino. Infatti i giovani vengono qui per
condividere l’esperienza della vita della Chiesa locale e allora ogni giorno, la mattina,
passeranno qualche ora con le parrocchie per pregare insieme, per incontrare le persone
impegnate, per conoscere come vive la Chiesa di Roma oggi.
D. - Torniamo alle
famiglie. In che cosa consiste questa accoglienza che voi sollecitate?
R. -
L’accoglienza che noi chiediamo è molto semplice perché i giovani vengono come pellegrini,
non cercano comodità, basta uno spazio dove poter sistemare un materassino, la colazione
la mattina… Ci sarà un giorno in cui le famiglie potranno godere un po’ di più la
presenza dei giovani e sarà il primo gennaio quando i giovani si fermeranno nelle
famiglie per il pranzo. Ma ciò che più conta è il cuore aperto, un po’ di bontà verso
questi giovani che oggi hanno tanto bisogno del supporto delle persone adulte.
D.
- Dopo tanti anni la comunità di Taizé, voi, avete sempre lo stesso entusiasmo nell’organizzare
questi incontri? Siete aiutati nel vedere anche i frutti di tutto questo impegno di
tanti anni?
R. - Penso che il vedere i frutti forse non è la cosa più essenziale
in quello che facciamo. Noi ci diciamo sempre: il Vangelo ci chiede di seminare e
seminare con gioia e con entusiasmo. Per avere questo entusiasmo e questa gioia di
seminare dobbiamo sempre tornare alla sorgente. Quindi tutta la preparazione deve
essere accompagnata dalla preghiera, dall’incontrare il Cristo che ci rinnova, che
può rinnovarci anche se siamo stanchi, se incontriamo ogni tanto ostacoli. La preghiera
vissuta come incontro quotidiano ci permette di continuare. Questa preghiera sarà
anche al centro dell’incontro europeo di Roma e pregheremo nelle grandi basiliche
nei giorni dell’incontro. Sette basiliche accoglieranno i giovani due volte al giorno.
Certo saremo anche a San Pietro e il Santo Padre ci accoglierà il 29 dicembre alle
ore 18 all’inizio dell’incontro e così, con la sua benedizione, la sua meditazione,
potremo poi continuare.
D. – E i giovani rispondono al vostro invito?
R.
- I giovani di tutta Europa rispondono a questo invito e l’invito a Roma per loro
è importante in modo speciale. Verranno in tanti! Anche i giovani delle parrocchie
romane rispondono alla nostra domanda di aiutarci ad accogliere i loro coetanei. Allora
speriamo che per i giovani di Roma e anche per i giovani che verranno da tutta l’Europa,
il pellegrinaggio sarà una vera avventura della fede in questo Anno della fede!