Aperto a Pechino il 18.mo Congresso del Partito comunista cinese
Con un discorso davanti a duemila delegati, il presidente cinese Hu Jintao ha aperto
a Pechino il 18.mo Congresso del Partito comunista che segnerà il passaggio di consegne
ad una nuova generazione di dirigenti. Riforma della struttura politica del partito
e la lotta alla corruzione sono stati i temi al centro dell’intervento di Hu Jintao.
Ce ne parla Benedetta Capelli:
Sul grande palco
dominato dai simboli del comunismo, il presidente e segretario del partito Hu Jintao
ha indicato la strada futura. Un futuro che lo vedrà fare un passo indietro a favore
di Xi Jinping, sarà lui infatti a marzo il nuovo presidente della Repubblica popolare
cinese, mentre tra una settimana, al termine del congresso, assumerà il ruolo di segretario.
“La Cina non copierà mai un sistema politico occidentale”: ha evidenziato Hu che ha
parlato di “iniziative positive e prudenti” da prendere per “riformare la struttura
politica ed estendere la democrazia popolare”. Fondamentale – ha aggiunto – è la lotta
alla corruzione, una piaga endemica nel Paese, e che rischia di affondare lo Stato.
Necessario – ha detto Hu Jintao - un nuovo modello di crescita, in risposta ai cambiamenti
economici mondiali, facendo della Cina una potenza marittima, definendo però “con
risolutezza i suoi diritti e i suoi interessi”. Inevitabile il riferimento al contenzioso
con il Giappone per l'arcipelago delle Senkaku-Diaoyu. Su Taiwan, il presidente cinese
ha auspicato maggiori relazioni politiche ed economiche ma non sarà permesso alcun
tentativo separatista. E per protestare contro la politica cinese in Tibet, ieri si
sono immolati 5 tibetani, due sarebbero morti.