Padre Luigi Gaetani nuovo presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori
La Conferenza Italiana Superiori Maggiori (Cism), riunita ad Acireale per l’annuale
Assemblea generale, ha eletto il nuovo presidente. Si tratta di padre Luigi Gaetano,
dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Lucia Fiore lo ha intervistato, chiedendogli
come abbia accolto la nomina:
R. – L’ho accolta
con sorpresa, l’ho accolta come un dono che il Signore ti fa a un certo momento della
tua vita, come un segno di un cammino che deve intraprendere con tanti altri fratelli,
come un segno di comunione dentro un’esperienza di vita consacrata, che già ci educa
a questa tipologia di incontri e di condivisione con gli altri. Quindi, come rendimento
di grazie al Signore per quanto ci dona, per quanto ci consente di fare insieme ad
altri fratelli.
D. – Cosa sono chiamati a fare i religiosi per l’Anno della
Fede?
R. – Il Papa ci dà un’immagine bellissima, quella della porta. Ma subito
dopo, ci ha detto che dopo la porta non c’è il nulla, c’è la comunione con Dio. Credo
che noi come religiosi siamo chiamati a fare veramente un percorso sino a quella comunione
con Dio, che è segno di una intimità, di una capacità di saper vivere un innamoramento
profondo, che ti prende la vita, che ti cambia la vita, che ti riscalda la vita. Una
capacità di vivere la fede come compagnia, capacità di vivere la fede come comunione
intima e rapporto profondo di amicizia con in Signore Gesù, come impatto con la sua
persona. Siamo chiamati anzitutto a testimoniare questa bellezza di incontro, questa
capacità di saper vivere la fede come una esperienza di una amicizia che ti colora
la vita, ti colora l’esistenza di tante sfumature bellissime, che puoi raccontare
agli altri, perché l’Anno della Fede non è poi solo la tua esperienza, ma l’Anno della
Fede è l’esperienza di una compagna che è comunità credente, che è Chiesa e che ha
la capacità di poterla condividere con gli altri, mettendo a disposizione l’esperienza
che hai fatto, coniungandola con l’esperienza degli altri. Facendoti compagno cammino,
un po’ come Gesù che accompagna i due che scendono da Gerusalemme ad Hemmaus e che
li ha aiutati a mettere le ali, a ritornare e a testimoniarlo con gioia.
D.
– Su quali fronti intende impegnarsi?
R. – Anzitutto, quello della comunità,
perché un organismo come il nostro è espressione e segno di una Chiesa che si fa comunione
e quindi un dialogo aperto, un dialogo fraterno, un dialogo di grande condivisione
con tutti gli istituti che aderiscono alla Cism. Questa mi sembra essere la cosa più
importante: la comunione che si fa dialogo con loro, che si fa corresponsabilità,
che si fa condivisione, che si fa Chiesa.