Burundi: i vescovi salutano l’Accordo-quadro tra Burundi e Santa Sede
“Un accordo che assicura la pace sociale e religiosa del Paese nella misura in cui
la popolazione cattolica e i suoi Pastori vedono le loro esigenze comprese e protette
dallo Stato”. Così i vescovi del Burundi salutano, in un comunicato inviato all’agenzia
Fides, la firma dell’Accordo-quadro tra lo Stato del Burundi e la Santa Sede. L’accordo
è stato firmato ieri dal Ministro degli Esteri del Burundi, Laurent Kavakure, e da
mons. Franco Coppola, nunzio apostolico in Burundi. Nel Preambolo dell’Accordo si
ricorda che il suo scopo è offrire un quadro giuridico per le relazioni tra Stato
e Chiesa in modo da favorire una “collaborazione armoniosa a beneficio della popolazione
burundese”. “Questa rivesta una grande importanza ed urgenza in un Paese che è il
più cristiano dell’Africa, con più del 65% dei fedeli cattolici, e che è stato il
primo ad avere una rappresentanza della Santa Sede. Era l’11 febbraio 1963” affermano
i vescovi. Ricordando che i rapporti tra Stato e Chiesa non sempre sono stati buoni,
il comunicato sottolinea che questo accordo dimostra la volontà del governo di “voler
progredire nel processo democratico che si caratterizza, tra le altre cose, sia per
il rispetto dei diritti umani che dei partner come la Chiesa cattolica”. Creando un
preciso quadro giuridico, affermano i vescovi, lo Stato permette l’intervento della
“grandi Congregazioni religiose che sono altrimenti poco incoraggiate a investire
in scuole, ospedali e quant’altro, in un Paese senza alcuna garanzia di tutela legale
delle loro opere”. Il Burundi è uno dei primi Stati africani a firmare un accordo
del genere con la Santa Sede. L’Accordo-quadro fornisce la cornice giuridica nella
quale si inseriranno accordi specifici tra Stato e Chiesa in campi come l’educazione,
la sanità, lo sviluppo ed altro. (R.P.)