Marilisa Palumbo, redazione esteri del Corriere della Sera Dopo 17 mesi
di campagna elettorale è chiaro che il sogno obamiano di riunire le due americhe è
purtroppo fallito. Ci ritroviamo davanti un Paese spaccato. Se prevalesse il tentativo
repubblicano di trasformare l'election-day in un referendum sui quattro anni di presidenza
democratica probabilmente il presidente in carica lo perderebbe. Potrebbe
essere una lunga notte elettorale. Se la scelta dovesse restare sul filo del rasoio
in stati chiave come l'Ohio o la Florida il timore è che poi ci possano essere contestazioni
e che si vada per le lunghe. A Dixville Notch, un piccolo centro nel New Hampshire
dove si è già votato, lo spoglio elettorale ha decretato una perfetta parita' di voti
tra Barack Obama e Mitt Romney, ma speriamo che non sia un presagio perché la situazione
sarebbe assai complessa. La Costituzione Usa prevede che in caso di pareggio la
Camera scelga il presidente e il Senato il vicepresidente. In questo scenario fantapolitico,
visto che si vota anche per il Congresso, la Camera potrebbe restare ai repubblicani
e il Senato ai democratici, e potremmo avere Romney come presidente e Biden come vice.
Ma le possibilità sono relativamente poche. Comunque sia, l'idea del presidente Usa
come l'uomo più potente del mondo viene notevolmente affievolita da un Congresso diviso
che ne limita nettamente i poteri. (A cura di Fabio Colagrande e Alessandro Gisotti)