In un’ennesima giornata di violenza, segnata ieri da attentati e raid in tutto il
Paese, sale a 111 mila il numero dei rifugiati siriani negli Stati limitrofi. Per
il premier inglese Cameron Assad deve lasciare il paese al più presto, anche con un
salvacondotto. Il servizio di Marina Calculli:
E’ di almeno
dieci morti e una quarantina di feriti il bilancio delle vittime a seguito di un’esplosione
avvenuta ieri nella periferia ovest di Damasco. Ma questa è solo l’ultima di una serie
di attentati che da ieri mattina hanno invaso la capitale mentre l’esercito continua
a lanciare raid. C’è il sospetto legittimo che l’aviazione stia usando bombe a grappolo
sui civili. E la vendetta non fa sconti: oggi la tv di stato ha annunciato l’assassinio
del fratello del presidente del parlamento siriano. Ad Aleppo inoltre è stata danneggiata
la chiesa evangelica. Dall’esterno del paese, intanto, la diplomazia freme: oggi il
premier inglese Cameron ha detto di non essere contrario ad una uscita di Assad dal
Paese con un salvacondotto “se questo servisse ad assicurare la transizione”. E ad
Amman un altro meeting cruciale si è svolto tra il ministro degli esteri Lavrov e
l’ex premier siriano disertore Riaf Hijab: all’ordine del giorno un possibile piano
di transizione. Da Doha invece il Consiglio Nazionale Siriano, accusato di essere
poco rappresentativo, ha annunciato di aver aperto le porte ad altri 13 movimenti.
Il capo Abdel Basset Sayda ha però anche accusato l’occidente di rimanere inerme di
fronte al massacro del suo popolo.