2012-11-06 07:09:05

Nel nord dello Yemen il difficile recupero di donne e bambini scampati alle violenze


Crisi economica, scontri tra fazioni e spinte separatiste al sud e al nord continuano a determinare nello Yemen una situazione di instabilità. Dopo un anno di proteste e di scontri, da mesi si contano in tutto il Paese sfollati e rifugiati. In particolare nel nord, dove si ritiene ci sia una roccaforte degli estremisti di Al Qaeda, l’organizzazione umanitaria Intersos cerca di assicurare riparo e sostegno psicosociale a donne e bambini scappati dalle violenze. Barbara Schiavulli è andata a vedere da vicino il lavoro di Intersos:RealAudioMP3

Ylala ha solo sette anni: se non va a mendicare, il padre lo picchia. Abduli, invece, ne ha 16 e viene dall’Etiopia: sua madre ha venduto tutto quello che aveva per farlo partire, ma il suo viaggio dell’orrore è finito sul confine yemenita, dopo essere stato rapito e picchiato. La madre lontana ha venduto anche i mobili per pagare il suo riscatto e liberarlo. Bambini sfruttati, anime spezzate, senza speranza, accolti in un centro di Arad, a pochi chilometri dal confine saudita. E’ solo uno dei progetti di accoglienza e protezione dell’Ong italiana Intersos in Yemen. Ci sono più di 60 minorenni, la maggior parte etiopi: addosso i segni della povertà e della violenza subita. Hanno perso l’infanzia, l’adolescenza, affidandosi a trafficanti senza scrupoli, affrontando il mare, guardando negli occhi la morte in nome di un lavoro e della responsabilità di dover mantenere la famiglia rimasta a casa. “Niente può essere peggio di quello che mi hanno fatto - ci confida una donna torturata e violentata - ma sono ancora viva!”.







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