2012-11-05 12:14:19

Presidenziali Usa: candidati al rush finale, incertezza sul risultato


Negli Usa, ultime ore di campagna elettorale per Barack Obama e Mitt Romney. Alla vigilia del voto per la Casa Bianca e il rinnovo di una parte del Congresso, i sondaggi danno un sostanziale pareggio dei due candidati, anche se il presidente sarebbe in vantaggio nello Stato chiave dell’Ohio. Domani, inoltre, in alcuni Stati si voterà su referendum riguardanti le unioni gay, l’innalzamento delle tasse e la legalizzazione della marijuana. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

“Ho lavorato duramente negli ultimi quattro anni e la nostra lotta deve andare avanti”: così, il presidente americano, Barack Obama, si è rivolto ai suoi sostenitori a Concord, in New Hampshire, dove è intervenuto assieme a Bill Clinton, in uno dei suoi ultimi comizi prima del voto. Obama è confortato da alcuni sondaggi – come quello di Usa Today – che lo vede in vantaggio al livello nazionale con il 50% di consensi contro il 46% di Romney. Ancora più significativi sono i sondaggi che darebbero il presidente in discreto vantaggio nello Stato chiave dell’Ohio e, anche se in modo più lieve, in un altro Stato fondamentale come la Florida. I repubblicani credono però nelle possibilità del loro candidato di arrivare allo Studio Ovale. Romney, che ha definito la vittoria di Obama “possibile ma non probabile”, sta concentrando i suoi sforzi in alcuni Stati in bilico, innanzitutto Ohio e Virginia, anche se nelle ultime ore ha indirizzato parte delle sue energie anche in Pennsylvania. Per molti osservatori, sarà decisivo – ancora una volta – il voto degli indipendenti. Donne, giovani e minoranze dovrebbero votare in maggioranza Obama; uomini, anziani ed evangelici dovrebbe scegliere prevalentemente Romney. Questa campagna elettorale, la più costosa della storia nonostante la crisi economica, si è anche contraddistinta per un alto livello tecnologico, come sottolinea Dennis Redmont, responsabile Comunicazione del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti e già direttore dell’Associated Press per l’Italia:

R. – La cosa che mi ha colpito è il livello tecnico di monitoraggio dell’elettore medio americano: i mezzi di informazione per sapere chi vota e come vota sono talmente specifici che si può sapere addirittura, ad esempio, che il votante medio repubblicano in uno Stato preferisce questa o quella macchina, perché si incrociano i dati elettorali e si incrociano anche i dati commerciali, che sono attingibili attraverso il suo profilo. Questo target permette, quindi, di vedere con un alto grado di precisione come qualcuno potrà votare.

D. – Dai sondaggi, l’America appare divisa: se questa divisione si confermasse, troverà poi la forza di riunirsi, dopo le elezioni, per affrontare le tante sfide oggi presenti e soprattutto la crisi economica?

R. – L’America sarà divisa, perché chiunque dei candidati vincesse, l’altra parte farà blocco. Se vincesse, ad esempio, il favorito, Obama, ad ogni modo al Congresso, ma forse anche al Senato, ci sarebbe una maggioranza repubblicana. Perciò si vedrà già dai primi mesi, quindi prima ancora della fine ufficiale del mandato di Obama - il prossimo gennaio - se l’America potrà affrontare le varie crisi che ci sono come il deficit. E’ un grande punto interrogativo, anche perché ci sarà la “resa dei conti” per il partito perdente e l’anima conservatrice o ultraliberale - nel caso dei democratici - saranno naturalmente impegnate a trovare una via mediana... Non sono molto ottimsta!

Sul voto pesa anche il dopo uragano Sandy: sono molte, infatti, le aree a New York e nel New Jersey ancora senza corrente elettrica e in piena emergenza. Per questo, il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha annunciato che 143 mila newyorkesi saranno riassegnati ad altri seggi. Intanto, si sono registrati problemi ai seggi in Florida, dove è possibile il voto anticipato. Ieri, chi si è recato alle urne, ha dovuto aspettare anche sei ore per poter scegliere il proprio candidato. Del resto, come riportano i media Usa, sia il Partito Democratico che quello Repubblicano hanno mobilitato migliaia di avvocati che domani saranno inviati ai seggi per controllare la regolarità del voto.







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