Mongolia: a Ulaanbaatar i cattolici festeggiano l’inaugurazione della sesta parrocchia
del Paese
A testimonianza della continua crescita dei cattolici in Mongolia, nel fine settimana
il prefetto apostolico di Ulaanbaatar mons. Wenceslao Padilla ha inaugurato la sesta
parrocchia del Paese. L'avvenimento - riferisce l'agenzia AsiaNews, si è tenuto il
28 ottobre scorso e si inserisce nel contesto delle celebrazioni in programma per
i 20 anni di vita della Chiesa locale. Si tratta di una realtà giovane, attiva e desiderosa
di espandersi e offrire la propria testimonianza missionaria, pur fra difficoltà e
ostacoli, anche da parte delle autorità governative. Nel 1992, al momento dell'ingresso
dei primi missionari stranieri (soprattutto filippini), tra i quali il futuro mons.
Padilla della Congregazione del cuore immacolato di Maria, non vi erano parrocchie
in tutta la nazione. E solo qualche mese fa erano ancora quattro, a conferma del cammino
di sviluppo intrapreso dalla Chiesa mongola. Nella lettera pastorale diffusa per i
20 anni della Chiesa in Mongolia, il Prefetto apostolico di Ulaanbaatar ricorda che
oggi vi sono nel Paese 81 missionari di 22 nazionalità diverse, mentre i primi due
seminaristi autoctoni si stanno preparando al sacerdozio a Daejeon, in Corea del Sud.
Fonti locali raccolte da Eglise d'Asie raccontano che la nuova parrocchia, nata ufficialmente
il 28 ottobre, fa riferimento alla chiesa di Santa Sofia, che sorge in un quartiere
povero della capitale. A guidare la comunità sarà un sacerdote sud-coreano Fidei donum,
in missione in Mongolia da 16 anni. Quattro delle sei parrocchie esistenti al momento
si trovano a Ulaanbataar, contro le sole due nel resto dell'immenso e sconfinato territorio
mongolo. A dispetto delle missioni, dei Centri, delle scuole cattoliche già attive,
in 17 delle 21 province in cui è suddiviso il Paese non vi sono sedi ufficiali, spesso
a causa della reticenza delle autorità locali. "L'apertura di un luogo di culto -
racconta un fedele - è subordinata all'autorizzazione amministrativa, che è sempre
più difficile ottenere". Per questo la nascita della sesta parrocchia "è un risultato
positivo frutto della politica diplomatica e prudente del Prefetto apostolico". Secondo
le ultime stime, i cristiani - di tutte le confessioni - presenti in Mongolia rappresentano
poco più del 2% della popolazione, che a stragrande maggioranza è di fede buddista,
mischiata con credenze sciamaniche della tradizione locale. I cattolici sono poche
centinaia (circa 415) ma hanno saputo far nascere e crescere col tempo Centri di accoglienza
per orfani, diseredati e anziani, cliniche mediche - in un Paese in cui le infrastrutture
sanitarie scarseggiano - e diverse scuole e istituti tecnici. (R.P.)