Colombia: il processo di pace si è trasferito a Cuba
Colloqui preliminari si svolgono da ieri all’Avana in vista del dialogo tra governo
e Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) che si aprirà il 15 novembre.
Lo scrivono fonti di stampa latinoamericane riprese dall'agenzia Misna, ricordando
i punti principali dell’agenda: l’accesso alla terra, la rinuncia delle Farc alla
lotta armata e il loro ingresso nella vita politica, la soluzione al problema del
narcotraffico e i risarcimenti alle vittime del conflitto, principalmente ai milioni
di ‘desplazados’ (sfollati interni) prodotti dalla guerra. Aperto ufficialmente il
18 ottobre a Oslo, in Norvegia, l’atteso negoziato di pace si trasferisce quindi come
previsto nella capitale cubana – sua sede permanente – che ha già ospitato gli incontri
bilaterali conclusi con un accordo per il ‘via libera’ alle trattative per cui Cuba
e Norvegia agiranno da “garanti” e Venezuela e Cile da “accompagnatori”. Non è prevista,
tuttavia, per il momento alcuna tregua bilaterale e sul terreno le ostilità non si
sono fermate neanche negli ultimi giorni. Se, in base a dati ufficiali, dall’annuncio
del processo di pace, ad agosto, sono stati uccisi 50 ribelli, altri 60 sono stati
arrestati e un centinaio hanno abbandonato le armi, anche la guerriglia ha inflitto
perdite alle forze regolari con oltre una decina di morti solo nell’ultima settimana.
(R.P.)