Un libro sul ruolo della famiglia per la nuova evangelizzazione
“Figli di chi? Quale futuro ci aspetta”: E’ il titolo del libro, edito da Ancora,
sul ruolo della famiglia per una nuova evangelizzazione nel contesto dell’Anno della
Fede appena iniziato. Ne è autore don Stefano Tardani, fondatore dell’Associazione
Famiglia Piccola Chiesa e assistente ecclesiastico del Movimento dell’Amore Familiare.
Lucia Fiore ha chiesto a don Stefano qual è il messaggio più forte di questo
volume:
R. – Integrando
scienza e fede, valori umani e amore per Dio, il libro propone con un linguaggio ed
un metodo nuovo la forza dell’evangelizzazione, senza paure e con una nuova consapevolezza,
mostrando il ruolo insostituibile dei valori della fede, della presenza dei cristiani
nella società e dell’opera e della luce che la Chiesa porta nel mondo.
D. –
Che ruolo assume la famiglia nell’Anno della Fede?
R. – Bisogna dire che, per
l’Anno della Fede, il libro getta una nuova luce nei tre ambiti interconnessi e molto
discussi della vita di oggi, quali l’identità di ciascuno, cosa ci costituisce nell’essere
umani; e l’altro proprio sulla famiglia: quali mezzi ha la famiglia per costruirsi
nella verità e nell’amore, superando sia al suo interno, sia al di fuori, nella società,
gli attacchi del male. L’altro elemento è su come sviluppare la società, il progresso
e lo sviluppo economico insieme al Regno di Dio, alla santità e alla salvezza del
mondo. Ora, proprio nella dimensione della Chiesa, oggi la realtà della famiglia è
molto contrastata, vive in questo dibattito tra la ricerca dell’identità della persona
e la situazione confusa e anche frastornata della realtà sociale, ambientale e culturale.
Il ruolo della fede, della preghiera e del progetto che Dio ha con l’amore umano sano,
bello e buono dà il senso della forza nella coppia e alimenta la speranza e l’equilibrio
per costruire bene le nuove generazioni. Il libro getta una luce nuova sulle relazioni
uomo-donna per costruire famiglie interiormente sane secondo il progetto di Dio che
oggi la maggior parte delle persone non conosce ancora o non conosce più.
D.
– Secondo lei, qual è la via da seguire?
R. – La realtà dell’uomo, che è fatto
a immagine e somiglianza di Dio. Se si perde questa visione, si perde anche la visione
della realtà profonda del dono e dell’amore all’interno dell’uomo e della donna e
della famiglia. E si perde anche il senso del servizio vero nella costruzione della
città degli uomini, e così si cade nell’egoismo personale, nella chiusura, in una
sorta di idolatria di se stessi e la stessa famiglia viene concepita come una soddisfazione
personale, così si arriva alla distruzione dell’amore e anche della vita umana. E
questo comporta anche, in queste tre dimensioni di cui parlavo prima che sono anche
interconnesse, la distruzione di una società a misura d’uomo, perché prende il sopravvento
l’interesse personale e privato o delle lobby e non si costruisce più una realtà sociale
per uno sviluppo integrale degli esseri umani e di tutti, cioè si cerca un benessere
ma non si realizza più quel concerto di energie e di forze capaci, nella solidarietà
e nella giustizia, di essere veramente il progresso dell’umanità. Il dono, dunque,
della fede e della preghiera e della nuova evangelizzazione diventa essenziale per
la costruzione di un mondo migliore.