2012-11-02 14:05:57

Mons. Marchetto: ristabilire la verità storica sul Concilio Vaticano II


A 50 anni dalla sua apertura, il Concilio Ecumenico Vaticano II rimane una bussola per tutta la Chiesa. Ne è convinto mons. Agostino Marchetto, segretario emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e noto studioso del Vaticano II. Il presule ha presentato a Roma il suo ultimo libro sull’argomento, intitolato “Il Concilio ecumenico Vaticano II. Per la sua corretta ermeneutica”. Per mons. Marchetto, infatti, oggi più che mai, occorre che i testi conciliari siano letti e interpretati in modo corretto. Federico Piana lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Naturalmente, perché la bussola funzioni ci devono essere delle condizioni, e le condizioni sono che ci sia una storia veritiera del Concilio, perché penso, purtroppo, che ancora non ci sia; e ci deve essere un’accettazione dell’interpretazione del Concilio che sia corretta – quindi l’ermeneutica conciliare – per avere alla fine la ricezione, cioè l’attuazione delle grandi linee conciliari, e al centro del pensiero del Vaticano II, la Chiesa. Fondamentalmente, infatti, come diceva Guardini tanti anni fa, la fede si gioca anche sulla realtà “Chiesa”.

D. – Quando lei parla di non accettazione o accettazione parziale del Concilio Vaticano II, cosa intende?

R. – La non accettazione vuol dire che non si accettano i criteri stabiliti per l’interpretazione conciliare. Il Papa ha indirizzato la corretta ermeneutica conciliare, cioè un’ermeneutica della riforma, nella continuità dell’unico soggetto Chiesa, per cui è difficile poter comprendere che ci sia una giusta ricezione, se non c’è stata un’interpretazione corretta del Vaticano II.

D. – I testi del Concilio andrebbero in qualche modo ancora di più metabolizzati e fatti conoscere al popolo di Dio…

R. – Io credo che in questo abbiamo una nota positiva: in vista di quest’Anno della Fede c’è un ritorno ai testi conciliari. In tutti gli incontri cui ho partecipato si rileva certamente il desiderio di tornare ai testi, di conoscerli e di approfondirli. C’è, dunque, la consolazione che stiamo rivenendo ai testi e quindi c’è una prospettiva di una maggior facilità di ricezione del Vaticano II e dei suoi testi. Come dice il Santo Padre: lo Spirito non può essere staccato da questi testi.







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