Sugli schermi in Italia "Skyfall" a 50 anni dal primo James Bond
“Skyfall” è arrivato sugli schermi di tutto il mondo e oggi in Italia nell'anno in
cui James Bond festeggia il suo 50.mo anniversario, con il primo film della famosissima
serie, “007 - Licenza di uccidere” uscito nell’ottobre del 1962 con un insuperabile
Sean Connery. La più longeva saga cinematografica, divenuta anche un fenomeno di costume,
si rinnova legandosi alle realtà. E Daniel Craig interpreta l’agente segreto, diventato
più vulnerabile, introverso e sofferente. Il servizio di Luca Pellegrini:
Sam Mendez ha
raccontato quali sono state le sue prime preoccupazioni quando ha finalmente deciso
di girare il 23.mo capitolo della saga di James Bond: raccontare una buona storia,
portare Bond in aree per lui inesplorate e reinserire delle sorprese, qualche piccolo
shock e un po' di umorismo. Mete raggiunte in pieno, perché Skyfall, reinterpreta
il mito cinematografico aggiornandolo ai tempi nostri Infatti, la SP.E.C.T.R.E., l'organizzazione
che voleva soggiogare il mondo, scardinando il sistema degli equilibri vigenti al
tempo della Guerra Fredda, è definitivamente rottamata. I cattivi non sono più un
sodalizio di fanatici, ma individui che cercano vendetta. Non abitano più in un vulcano
o sul fondo del mare, ma sono direttamente infiltrati nel MI6, la famosa struttura
del controspionaggio inglese governata dalla ferrea M. Questa volta è addirittura
un ex-agente, creato in modo stupefacente da Javier Bardem, dallo sguardo psicopatico,
che non ricatta governi e multinazionali, ma vuole farsi giustizia per una lontana
e dolorosa ferita dovuta, in fondo, a un’infanzia senza madre. L'agente segreto perde
tutti i suoi connotati da supereroe e si adegua al grigiore della realtà, di cui anche
Londra, dove il film è massimamente girato, se ne fa eco, città misteriosa, oscura
e piovosa. Nessun gadget di difesa avveniristico, scomparsi i luoghi da sogno e le
bond girl di strepitosa bellezza, Bond - interpretato per la terza volta da Daniel
Craig e in contratto per le due prossime puntate - soffre nel ricordare il suo passato
di orfano, sbaglia mira, si affatica negli esercizi fisici, accoltella alle spalle
e le sue prodezze amatorie ormai sono limitatissime. E' ferito, inquieto e addirittura
qualche lacrima riga il suo viso rugoso. Deve soprattutto giustificare la sua esistenza
e, indirettamente, aprirsi alla possibilità di un futuro possibile, demitizzato, vulnerabile,
più umano. Con questo non significa che il personaggio creato da Ian Fleming sia cinematograficamente
al lumicino, anzi: rinasce, ancor più fedele al testo scritto, e crea un'empatia col
suo pubblico diversa e più profonda. Gli incassi altissimi e da record del primo fine
settimana d'uscita lo confermano. Bond non muore mai.