Siria. Oltre 430 morti nei 4 giorni che dovevano essere di tregua
In Siria sono morte 439 persone nei giorni tra venerdì e lunedì che dovevano essere
di tregua per la festa islamica del sacrificio. Di questi, secondo i comitati di coordinamento
locali, 45 erano bambini. E poi ieri ancora 80 morti per bombardamenti su Damasco
e esplosioni nelle principali città. Per l’Onu 4 milioni di persone potrebbero essere
colpite dalla crisi in atto. Il servizio di Marina Calculli: Prima d’ora i
cacciabombardieri di Assad si erano tenuti lontani da Damasco. Nei mesi precedenti
al massimo c’erano stati colpi di mitragliatrice sparati dagli elicotteri. Ma ieri
per la prima volta dall’inizio della crisi, un raid si è abbattuto su alcuni sobborghi
della capitale. E sempre a Damasco ieri gruppi di ribelli hanno combattuto contro
i miliziani del Fronte per la Liberazione della Palestina, da sempre alleati di Assad.
Al confine con la Turchia, invece, la guerra settaria sta coinvolgendo sempre più
anche i Kurdi, sostenitori anch’essi del regime in carica contro i ribelli. E mentre
l’aviazione continua a bombardare diverse località del paese, non si ferma l’azione
diplomatica di Lakhdar Brahimi che ieri si è recato a Pechino dopo una visita a Mosca.
L’intento dell’emissario di pace è quella di convincere Russia e Cina ad approvare
un’azione congiunta del Consiglio di Sicurezza. Intanto si rianima la tensione verbale
tra Ankara e Damasco dopo che il ministro degli esteri turco Davitoglu ha detto che
“non ha più alcun senso continuare a cercare il dialogo con il regime di Assad”.