"Con sale in zucca", iniziativa della Diocesi di Torino alla vigilia di Tutti i Santi
L'Ufficio per la Pastorale giovanile e i ragazzi dell'Arcidiocesi di Torino organizzano
una serata di festa, testimonianze e preghiera alla vigilia di Ognissanti. Al Centro
Congressi del Santo Volto è in programma questa sera un incontro - al quale parteciperà
anche l'arcivescovo Nosiglia- dedicato alla "Notte dei Santi" e intitolato "Con sale
in zucca", per accettare, con ironia e intelligenza, il confronto con la festa commerciale
di Halloween. Dopo un momento di spettacolo e riflessione la serata si chiude con
l'adorazione eucaristica nella Cappella del Santo Volto. Emanuela Campanile
ne ha parlato con don Luca Ramello, direttore dell'Ufficio giovani della Diocesi
di Torino:
R. – “Con sale
in zucca” è frutto di un lavoro di studio e di confronto con l’équipe che sta preparando
il Sinodo dei giovani a Torino. E’ nato da loro. L’attenzione in cui si colloca questa
serata è quest’approccio alla Solennità di Tutti i Santi cui si è affiancata in questi
ultimi anni anche la festa di Halloween: da un lato, il non voler essere culturalmente
supini, non voler cioè cedere rispetto alla perdita del senso di questa Solennità;
ma, dall’altra parte, ed è quello che dicono proprio questi giovani, la capacità di
guardare - a volte con simpatia e altre volte con ironia - al fatto che si sono anche
tanti giovani cristiani che partecipano all’Eucaristia, si confessano, vanno al cimitero,
e poi vivono questa serata semplicemente come un motivo di festa, senza assumerne
i contenuti che molte volte sono lontani dalla fede cristiana. Dunque la seconda attenzione
è quella di dire: non tiriamo su dei muri, non facciamo delle battaglie frontali rispetto
a tanti giovani che vivono questa serata in modo più semplice di quello che si possa
pensare. Quasi a dire che se si sovraccarica l’attenzione su questa festa, a volte,
si può quasi avere l’effetto contrario. Allora l’idea di “Con sale in zucca” è quella
di riproporre il messaggio evangelico, cercando di far proprie le parole del Papa
per l’Anno della Fede, quando – all’inizio della sua Lettera – dice: non possiamo
accettare che il sale diventi insipido, non possiamo accettare che questa Solennità
passi sottotono, inosservata o faccia naufragio rispetto a tante cose che non appartengono
alla celebrazione del mistero cristiano.
D. – Come inviterebbero allora questi
ragazzi a rivolgere il pensiero anche alla Festa dei Santi?
R. – Penserei a
due provocazioni. La prima, che è quella che noi abbiamo espresso “Con sale in zucca”,
è ricordare che la nostra vita ha bisogno di qualcosa di più e che anche la capacità
di ridere e di fare dell’ironia o di mascherarci, richiede in realtà un fondo di verità
e di autenticità. Allora qual è il senso di quello che stai facendo? Il significato?
Perché se è solo un trasporto culturale, allora com’è nato, passerà. Se c’è invece
qualcosa di più, allora interrogati su che cos’è il senso della tua vita, qual è il
sale e il gusto che la tua vita ha. La seconda provocazione è una riflessione che
sta maturando proprio nell’ambito della preparazione di questa festa, che è arrivata
da qualche giovane: forse, per questi ragazzi dovremmo puntare più sul giorno dei
morti. Perché questa sera è oramai tanto intasata, anche dibattuta da più parti, che
poi forse dove cala il silenzio, il silenzio a volte imbarazzato e a volte tragico
di chi di fronte alla morte non sa cosa dire, è proprio il giorno dei morti. Pensare
a tutti quei giovani che hanno perso un amico, un fratello, un genitore o una persona
cara, che dopo la festa di Halloween non hanno poi le parole per affrontare questo
tema, che molte volte viene rimosso, anche se poi sappiamo che permane... Allora da
parte dei giovani del Sinodo è venuta anche la provocazione di dire: chissà, il prossimo
anno occupiamoci della Notte dei Santi, ma senza dimenticare il dolore dei giovani
di fronte alla morte.