Mons. Mamberti sui 20 anni di rapporti tra Santa Sede e Croazia: la sfida ora è l'integrazione
nell'Ue
Auguro alla Croazia di vedere realizzata presto, così come è nei programmi, “l’aspirazione
alla piena integrazione europea”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo Dominique
Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha concluso lunedì in Vaticano
il suo intervento alla Conferenza celebrativa del 20.mo anniversario dei rapporti
diplomatici Santa Sede e Croazia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
È il 1992 l’anno
di svolta nella storia recente della Croazia: il regime comunista cade, i croati sono
tra i primi a proclamare la propria indipendenza da Belgrado, accelerando il processo
di dissoluzione dell’allora Jugoslavia. La Santa Sede è tra i primi a riconoscere
la nuova sovranità e appena due anni dopo Giovanni Paolo II rende visita al nuovo
Stato, mentre in lontananza ancora rimbomba l’artiglieria contro Sarajevo. Dunque,
pur contando 1300 anni di vicinanza e di rapporti “intensi” tra Santa Sede e l’antico
popolo croato, non c’è dubbio – ha affermato mons. Mamberti – che “gli ultimi venti
anni sono stati tra quelli più difficili ed allo stesso tempo cruciali per il suo
futuro”. “Fin dalle origini – aveva detto nel giugno dello scorso anno Benedetto XVI
visitando Zagabria – la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo
peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli
la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli”. Oggi – ha ripreso
mons. Mamberti dopo aver citato il Papa – “le sfide continuano” e i croati del 21.mo
secolo “non possono che interrogarsi circa i valori sui quali intendono costruire
la vita dei singoli e quella dell’intera nazione”.
Benché la Chiesa e la comunità
politica “operino a livelli diversi e siano indipendenti l'una dall'altra, entrambe
– ha osservato il segretario per i Rapporti con gli Stati –servono gli stessi soggetti
che, allo stesso tempo, sono fedeli della Chiesa e cittadini dello Stato”. In questo
servizio, ha proseguito, “c'è ampio spazio per il dialogo e la cooperazione, a servizio
della dignità di ogni uomo. Al centro della mutua cooperazione, infatti, sta il nostro
impegno condiviso per il bene comune e per la promozione dei valori spirituali e morali,
che conferiscono alla società croata il suo saldo fondamento”. Quindi, mons. Mamberti
ha terminato l’intervento augurando alla Croazia che, “nel momento in cui viene prospettata
e realizzata l’aspirazione di piena integrazione nell’Unione Europea”, il Paese “rafforzi
la sua identità e così sia fermento di bene per gli altri Paesi”.