Regionali in Sicilia : vittoria al centrosinistra. Astensione oltre il 52%
Alle elezioni per la presidenza della regione Sicilia, la vittoria di Rosario Crocetta
del centrosinistra con il 30,5%. Il candidato del centrodestra Nello Musumeci, sostenuto
dal Pdl è secondo conquisterebbe il 25,7% , seguito da Giancarlo Cancelleri, del
Movimento 5 stelle con il 18,2%. “Per la prima volta in Sicilia viene eletto presidente
un candidato con una storia antimafia alle spalle. E’ il segno di una Sicilia che
cambia”, ha dichiarato Crocetta, commentando i dati che danno la sua vittoria alle
regionali siciliane. Alessandra Zaffiro: Secondo le ultime
proiezioni è in testa Rosario Crocetta, sostenuto da Pd, Udc, Psi e Api. Seguono il
candidato del centrodestra, Nello Musumeci, e il candidato del Movimento 5 Stelle,
Giancarlo Cancelleri. “Con la mia elezione credo che cambi veramente la storia di
questo Paese – ha detto Crocetta - Io sono veramente rivoluzionario, non Grillo che
blatera. Non farò inciuci, all’Assemblea, cercherò la maggioranza sui provvedimenti
e se qualcuno mi dovesse fermare allora si va al voto e sono convinto che questa volta
sarò eletto con il 60% dei consensi”. Nella Sicilia che registra l’astensione del
52,58%, il movimento 5 stelle di Grillo è il primo partito, seguito da Pd e Pdl. Secondo
le proiezioni, per lo sbarramento del 5%, non dovrebbero entrare all'Assemblea Regionale
Siciliana, Futuro e libertà per l’Italia e le liste Fava presidente-Federazione della
sinistra-Sel-Verdi che insieme all’Idv, trionfatore qualche mese fa con l’elezione
di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo, appoggiavano la candidata Giovanna Marano.
Dunque
per governare servirà senza dubbio una coalizione, ma il candidato Cancellieri di
Cinque Stelle ha già annunciato: ''non faremo alleanza, voteremo gli atti che riterremmo
più utili per i siciliani”. Al microfono di Alessandro Guarasci sentiamo Padre
Gianfranco Matarazzo, direttore dell’istituto Pedro Arrupe di Palermo:
R. – Anzitutto,
il dato va riconosciuto come un dato critico ed è soltanto in parte spiegabile con
la scelta di concentrare il voto in una sola giornata. E’ anche vero che la partecipazione
massiccia di altre volte, nel passato, non è che abbia dato di per sé risultati positivi.
Poi, secondo me il dato, forse, ha anche una valenza etica: cioè, le persone hanno
rifiutato di dare il consenso a una tornata elettorale considerata non all’altezza
della contingenza, anche drammatica, di questo territorio. Ci sono stati appelli alla
partecipazione, ma secondo me le persone li hanno percepiti come appelli interessati
da parte, per esempio, di partiti e di movimenti e quindi questi appelli non hanno
funzionato. I social network, per esempio, espressione dei candidati e dei partiti,
con l’eccezione del Movimento 5 stelle, non hanno avuto seguito, quindi questo faceva
capire che c’era qualcosa nell’aria.
D. – Insomma, non si riesce a intravedere
una vera svolta nella politica siciliana?
R. – Siamo in una fase di attesa
e preoccupazione. Vedrei un altro livello molto interessante e che si sta muovendo
ed è proprio il livello ecclesiale dove c’è stato, per esempio, un appello che la
gente ha percepito come disinteressato alla partecipazione ed è quello che ha rivolto
la Conferenza episcopale siciliana con un documento molto interessante: “Amate la
giustizia voi che governate sulla terra”. Io riprenderei proprio il dato dell’astensione
in questo scenario abbastanza complesso e non ne farei un dato conclusivo, anche di
carattere negativo, per il momento, ma la base di un processo di rilancio per la partecipazione
socio-politica.