Giappone: l’Anno della Fede “vissuto nello spirito dei martiri”
L'Anno della Fede in Giappone "è una sfida per tutte le Chiese, ma in modo particolare
per quella giapponese. Che ha davanti a sé molte sfide che si possono risolvere tornando
alla vita nella fede e al sangue dei martiri, fondamento della nostra esistenza".
È il senso del messaggio inviato dai vescovi giapponesi a tutte le chiese del Paese
in occasione delle celebrazioni relative all'Anno proclamato da Benedetto XVI. "Fra
gli scopi dell'Anno della Fede - si legge nel testo, intitolato 'Le sfide per la Chiesa
giapponese' - c'è anche la preparazione per il futuro sviluppo della Chiesa e il rinnovamento
della nostra fede, basandosi sulla comprensione del catechismo cattolico. Nel corso
di quest'Anno, noi vescovi vorremmo confermare anche il progresso dell'evangelizzazione
negli ultimi 50 anni e promuovere il rinnovamento della fede". "In questo 2012 - continua
il testo - la nostra Chiesa commemora il 150mo anniversario della canonizzazione dei
26 Martiri giapponesi e la ripresa delle attività missionarie. Noi non dobbiamo mai
dimenticare che abbiamo lo stesso sangue e la stessa fede di coloro che, 415 anni
fa, diedero la vita per la Chiesa in Giappone: come ha sottolineato il beato Giovanni
Paolo II durante la sua visita qui nel 1981, la fondazione della Chiesa nipponica
è nel sangue stesso dei martiri". Con queste premesse, scrivono ancora i presuli,
"dobbiamo riflettere sulla straordinaria storia di salvezza che Dio ha preparato per
il nostro Paese. Allo stesso tempo, rinnoviamo e confermiamo la nostra fede in linea
con Benedetto XVI. Per ottenere questi scopi, e promuovere una nuova evangelizzazione,
è importante continuare nei nostri sforzi evangelici: leggiamo la Bibbia, preghiamo
e condividiamo la nostra fede". "Il Giappone - conclude il testo - ha davanti a sé
molte sfide: i postumi delle grandi tragedie ambientali, la stagnazione economica,
il calo delle nascite, i suicidi. Questo nasce in parte anche per un modo di pensare
sbagliato, basato sul materialismo e sul vivere solo per il presente. Ascoltando la
voce di chi soffre, come cattolici dobbiamo fare il possibile per trovare nuove misure
ed espressioni di evangelizzazione per chi vive all'interno e all'esterno della Chiesa".
(R.P.)