Congo: sui religiosi rapiti nel Nord Kivu nessuna pista attendibile
“Ci sono tante contraddizioni in tutte le segnalazioni che abbiamo ricevuto ma finora
nessuna pista ci ha portato sulla buona strada. Siamo preoccupati, i nostri confratelli
mancano all’appello da una decina di giorni e ancora non abbiamo avuto un contatto
diretto con i rapitori né la prova che siano vivi” dicono all'agenzia Misna fonti
della congregazione degli Assunzionisti contattate a Roma e a Beni, città dell’instabile
provincia del Nord-Kivu (est). Da sabato 20 ottobre non si hanno più notizie dei tre
religiosi congolesi della congregazione degli Agostiniani dell’Assunzione, rapiti
in un convento della parrocchia di Nostra Signora dei Poveri a Mbau, a una ventina
di chilometri a nord di Beni. I padri, tutti cittadini congolesi, Jean-Pierre Ndulani,
Anselme Wasinkundi e Edmond Bamutute, sono stati portati via da non meglio identificati
uomini armati, forse una decina, che parlavano swahili. Gli sviluppi del rapimento
dei tre padri assunzionisti sono seguiti dal responsabile della provincia Africa,
padre Protais Kabila, e dal vescovo della diocesi di Butembo-Beni, mons. Paluku Sikuly
Melchisedec. I due hanno avuto tutte le rassicurazioni del caso da parte del governo
provinciale e delle forze di sicurezza che stanno portando avanti l’inchiesta. Il
portavoce della società civile del Nord-Kivu, Omar Kavota, ha riferito all’emittente
locale Radio Okapi che “gli ostaggi sono in vita, detenuti nella foresta tra la località
di Oicha e il villaggio di Mavivi”, senza però fornire informazioni sull’identità
dei rapitori “per non ostacolare le iniziative in corso tese alla loro liberazione”.
Kavota ha inoltre assicurato che gli autori del rapimento intendono con il loro gesto
“colpire psicologicamente lo Stato congolese” e “dimostrare l’inefficienza dei servizi
di sicurezza” a tutela della popolazione e dei suoi beni. “Chiunque si sia in messo
in contatto con la congregazione o con le autorità ecclesiastiche di Beni si è presentato
come fonte credibile di indizi che potrebbero portarci sulle tracce dei religiosi,
ma nei fatti non abbiamo nulla di concreto e la verità non sembra vicina. Per questo
motivo cominciamo a dubitare di tutti e preferiamo mantenere il riserbo sull’intera
vicenda, almeno fino a quando non ci sarà una svolta” concludono fonti della congregazione
degli Assunzionisti. Sono almeno tre le piste individuate dagli esponenti locali della
chiesa cattolica: quella dei ribelli ugandesi delle Adf-Nalu, attivi nella zona e
in passato già responsabili di azioni simili ai danni dei civili nel settore di Mbau-Beni
– e del nuovo movimento politico-militare dell’Unione per la riabilitazione della
democrazia in Congo (Urdc), creato sabato scorso. Non è del tutto escluso un possibile
coinvolgimento della ribellione del Movimento del 23 marzo (M23), appena ribattezzato
Esercito rivoluzionario del Congo (Arc); anche se ha il suo ‘feudo’ nel territorio
di Rutshuru alcuni dei suoi uomini sarebbero infiltrati a Beni. (R.P.)