Brasile: quando edificare una chiesa vuol dire costruire una comunità
Un nuovo progetto di costruzione per una chiesa cattolica a Pedro do Rosario, uno
degli Stati più poveri del Brasile. L’obiettivo è quello di rilanciare nell’area l’evangelizzazione
e creare un’attività pastorale e sociale per un’intera comunità. Ne parliamo con un
uno dei promotori, don Paolo Boumis, rientrato dal Brasile dopo tre anni di
missione, intervistato da Lucia Fiore:
R. – Il contesto
è veramente di grande povertà e di grande degrado. Quindi, l’idea è di avere una grande
sala, nel contesto liturgico, per l'incontro della comunità cristiana, per un grande
momento di aggregazione. Il contesto, innanzitutto, è quello di fare un grande servizio
al popolo per potersi incontrare, per poter pregare insieme e rinsaldare i vincoli
molto degradati dalla povertà, dall’abbandono da parte delle istituzioni, da parte
dell’economia locale. L’idea, dunque, di una parrocchia, di un centro dove la gente
si possa incontrare e pregare insieme aiuta a sognare una comunità nella quale tutto
questo possa essere affrontato e vissuto insieme.
D. – Nell’Anno della Fede
quali sono i modi per evangelizzare?
R. – I modi per evangelizzare sono quelli
tipici delle diocesi brasiliane del Nord-Est, quindi le comunità ecclesiali di base:
l’incontro e la visita alle comunità in vari quartieri della città. Il parroco ora
sta organizzando cinque comunità, prima c’era solo il centro parrocchiale della vecchia
Chiesa. Adesso, stiamo cercando di valorizzare le comunità sparse nel territorio della
città, anche perché stanno sorgendo nuovi quartieri. Grazie alla strada che ci collega
ai centri vicini e che finalmente è stata asfaltata, la città sta crescendo anche
economicamente e si sta riempiendo di attività che prima non c’erano. Probabilmente,
quindi, si sogna uno sviluppo maggiore.
D. – So che in questa regione ci sono
molte sette protestanti...
R. – C’è l’Assemblea di Dio, soprattutto, che ha
una diffusione capillare in tutto il Brasile, soprattutto nel Nord-Est. Nella città
di Pedro do Rosario, almeno fino all’anno scorso, c’erano circa sei comunità non cattoliche
e alcune di nuovissima generazione, visto che nel Brasile queste comunità si generano
a una velocità spaventosa - l’una genera l’altra - soprattutto per scissione. Quando
avviene una disputa tra i pastori, infatti, si separano e fondano nuove chiese protestanti.
La loro caratteristica, soprattutto delle ultime, le neopentecostali, è che partono
da zero: aprono un negozio, comprano dieci sedie e si mettono a predicare anche se
non c’è nessuno. Piano, piano poi si riempiono. Purtroppo, la prospettiva miracolistica
della teologia della prosperità - che portano avanti in un contesto di miseria di
quel genere, alimentando l’illusione che la religione risolva tutto, che Dio possa
fare miracoli economici, anche senza fare niente - è la grande leva che permette questa
diffusione. Anche se, alla fine, le persone si rendono conto ed emigrano verso altre
Chiese. C’è una migrazione molto forte.