Il Papa in chiusura del Sinodo: il vento dello Spirito soffia nella Chiesa anche nelle
avversità
Intervento conclusivo del Papa, sabato mattina, al Sinodo dei vescovi sulla nuova
evangelizzazione. Benedetto XVI ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato allo
svolgimento dell’Assemblea ed ha annunciato cambiamenti nella competenza, per i dicasteri
vaticani, sui seminari e sulla catechesi. Il Sinodo ha proceduto poi alla votazione
delle 58 proposizioni finali, documento conclusivo dei lavori di norma riservato al
Pontefice. Tuttavia, Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione di una bozza in
lingua inglese. Il servizio di Isabella Piro:
Sono le parole
del Papa a chiudere i lavori in Aula del Sinodo dei vescovi, così come li avevano
inaugurati tre settimane fa. Benedetto XVI interviene per annunciare, innanzitutto,
un cambiamento: la competenza sui seminari passerà dalla Congregazione per l’Educazione
cattolica a quella per il Clero. Allo stesso tempo, la Congregazione per il Clero
perderà la competenza sulla catechesi che passerà al Pontificio Consiglio per la Nuova
Evangelizzazione. I documenti relativi a tale cambiamento seguiranno prossimamente,
in forma di Motu proprio.
Si tratta di una decisione, ha detto il Papa, scaturita
proprio dal contesto delle riflessioni sinodali. Quindi, il Pontefice ha ringraziato
tutti coloro che hanno lavorato allo svolgimento dell’Assemblea, la quale - ha detto
– è stata edificante ed incoraggiante, specchio della Chiesa universale con le sue
sofferenze, ma anche con le sue gioie:
"Il Signore è presente e potente
e il Signore è operante anche tramite il nostro lavoro e le nostre riflessioni. Anche
se la Chiesa sente venti contrari, tuttavia sente soprattutto il vento dello Spirito
Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta".
Di qui, il sentito grazie
che il Papa ha rivolto alle testimonianze commoventi ascoltate in Aula, ai presidenti
delegati e al segretario generale che hanno guidato l’Assemblea, agli uditori, a chi
ha lavorato giorno e notte in modo indefesso. Infine, Benedetto XVI ha espresso i
suoi auguri ai sei cardinali designati, che verranno creati nel Concistoro del prossimo
24 novembre e che mostrano, ha concluso, l’universalità della Chiesa.
Poi,
il Sinodo procede alla votazione delle 58 proposizioni finali: ad una ad una vengono
lette in latino dal relatore generale, il cardinale Donald Wuerl, e dal segretario
speciale, mons. Pierre-Marie Carré. Ma se la lingua è antica, il contenuto è attuale:
in sostanza, le proposizioni affermano che la Chiesa guarda alla nuova evangelizzazione
senza paura, con coraggio, considerandola una vera opportunità di annuncio del Vangelo
nel complesso contesto del mondo contemporaneo.
Suddivise in quattro gruppi
- la natura della nuova evangelizzazione, il contesto del ministero della Chiesa oggi,
le risposte pastorali alle circostanze dei giorni nostri, gli agenti ed i partecipanti
della nuova evangelizzazione - più un’introduzione ed una conclusione, le proposizioni
definiscono la nuova evangelizzazione come missione permanente della Chiesa, tempo
di risveglio e ribadiscono l’importanza dell’inculturazione della fede nella contemporaneità,
ma con il giusto discernimento degli elementi positivi da quelli negativi. Di qui,
l’accento posto su un mondo secolarizzato sì, ma pur sempre creazione di Dio, al quale
i cristiani non possono restare indifferenti perché si vive nel mondo anche se non
si è del mondo.
Centrale, poi, la riflessione sul primo annuncio, per il quale
i vescovi suggeriscono la definizione di linee guida precise, anche perché proclamare
ed ascoltare il Vangelo è un diritto per ogni persona, credente o no, ed un obbligo
per ogni cristiano. La proclamazione della Parola di Dio, dunque, lontana dal proselitismo,
rispetti tutti. In questo contesto, il Sinodo incoraggia le diocesi e le parrocchie
allo studio della Sacra Scrittura.
Guardando nello specifico alle sfide attuali,
come la globalizzazione, i vescovi ribadiscono che il Vangelo offre una visione di
vita che non si impone, ma si propone come messaggio di pace, bellezza, verità e speranza
che aiuta l’uomo ad uscire dalla solitudine post-moderna. Oggi, notano i presuli,
in un mondo in cui c’è guerra, violenza, individualismo, la Chiesa deve esercitare
la riconciliazione in modo calmo e risoluto, portando un messaggio di amore e giustizia.
Di qui, l’invito racchiuso in una specifica proposizione affinché ogni opportunità
venga colta per tutelare i diritti umani.
Ampia, poi, la riflessione sulla
libertà religiosa, definita dal Sinodo diritto umano fondamentale che include la libertà
di coscienza. Considerata la necessità crescente di tutelare tale diritto, il Sinodo
suggerisce di pensare ad una Commissione di leader religiosi nel mondo per monitorare,
oppure attraverso il Pontificio Consiglio Giustizia e pace, gli attacchi alla libertà
religiosa e di coscienza. Ed in questo senso, le proposizioni riflettono anche sullo
sviluppo umano, perché non si può pensare alla nuova evangelizzazione senza un impegno
serio in favore della giustizia e contro le cause della povertà.
Ulteriori
suggerimenti guardano agli strumenti che la nuova evangelizzazione ha a disposizione:
i mass media, per i quali si richiede la giusta formazione; la bellezza, dimensione
speciale di un nuovo annuncio del Vangelo; i migranti, che vanno tutelati nella loro
dignità e difesi dalle nuove forme di schiavitù, dalla tratta e dal traffico di organi.
I vescovi, inoltre, richiamano la necessità di una conversione personale e collettiva,
ribadiscono la chiamata alla santità per ciascuno, chiedono alle istituzioni di difendere
il diritto all’educazione e alla libertà di insegnamento e suggeriscono che ogni università
cattolica abbia un dipartimento di studi dedicato alla nuova evangelizzazione. Sottolineata
poi l’importanza della catechesi degli adulti ed affermato che le Conferenze episcopali
possono chiedere alla Santa Sede l’istituzione di un ministero per i catechisti.
Il
Sinodo non dimentica, quindi, la nuova evangelizzazione nei confronti dei poveri e
dei malati, in cui si vede il volto di Cristo; ribadisce l’importanza del sacramento
della penitenza, chiedendo che sia sempre presente nella vita parrocchiale; riconosce
la pietà popolare e il pellegrinaggio come opportunità di crescita della fede. Guardando
ai carismi, definiti doni della Chiesa, i vescovi li invitano alla cooperazione con
le diocesi, mentre le parrocchie vengono incoraggiate ad essere sempre più ambienti
spirituali aperti a tutti i fedeli.
Proposizioni specifiche sono riservate
quindi ai laici, invitati ad operare a fianco della Chiesa nella nuova evangelizzazione;
alle donne, delle quali si ribadisce la dignità e se ne riconoscono le capacità, e
alla famiglia cristiana, Chiesa domestica, primo agente di vita, di amore e di trasmissione
della fede. Senza dimenticare i divorziati e i conviventi, il Sinodo sottolinea che
la Chiesa dovrà cercare per loro risposte appropriate. Il pensiero va anche ai giovani:
presente, futuro e dono della Chiesa, ricettori e attori della nuova evangelizzazione,
dice il Sinodo, vanno accompagnati nella scoperta della loro vocazione di vita.
Spazio,
poi, alla formazione continua dei sacerdoti che devono essere testimoni autentici
e credibili, veri modelli di fede. E di fronte agli scandali che colpiscono la vita
sacerdotale, i vescovi ringraziano i tanti presbiteri fedeli al loro ministero e chiedono
per loro un piano pastorale di accompagnamento. Un incoraggiamento viene rivolto anche
ai consacrati, affinché vivano la loro identità radicalmente e con gioia, in comunione
con la Chiesa.
Infine, le proposizioni affrontano il tema del dialogo: quello
ecumenico, che dà credibilità all’annuncio del Vangelo e per il quale si auspicano
ulteriori progressi; quello interreligioso, che deve essere intensificato soprattutto
con i musulmani e che implica il rispetto della libertà di coscienza e di religione,
nell’ottica di una collaborazione reciproca per la difesa e la promozione della dignità
umana. E ancora: il dialogo tra scienza e fede ed il dialogo con i non credenti, messo
in atto dal Cortile dei gentili e diretto, per lo più, a chi non conosce Dio ma non
vuole rimanere semplicemente senza di Lui, ma avvicinarlo almeno come sconosciuto.
Gli ultimi suggerimenti del Sinodo riflettono sulla salvaguardia del Creato,
sulla trasmissione della fede a partire dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II,
e su Maria, Stella della nuova evangelizzazione.
Spetterà ora ad un’eventuale
esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI raccogliere tali suggerimenti.
Ma per ora, i credenti ricordino che portare la gioia del Vangelo nel mondo è compito
di tutti, nessuno escluso.