Berlusconi: non mi candido a premier, ma serve riformare la giustizia
Il giorno dopo la sentenza di condanna di primo grado sui diritti tv Mediaset, Silvio
Berlusconi conferma l’intenzione di non candidarsi premier. In mattinata invece aveva
spiegato di dover rimanere in campo per riformare il pianeta giustizia. Da Berlusconi
anche dure critiche alla politica economica del governo Monti. Giampiero Guadagni
Una
giornata di incertezza sul suo futuro politico. La vicenda giudiziaria, con la condanna
di ieri a quattro anni per frode fiscale, aveva indotto in mattinata Berlusconi a
fare marcia indietro rispetto all’annuncio di due giorni fa, sottolineando la necessità
di rimanere in campo per riformare la giustizia. Nel pomeriggio in conferenza stampa
Berlusconi ha invece confermato che non sarà candidato premier pur continuando l’impegno
in politica; confermate dunque le primarie del Pdl il 16 dicembre. Poi Berlusconi
è passato decisamente al contrattacco su vari fronti. Quello della magistratura che
lo ha condannato e che ritiene politicizzata e prevenuta nei suoi confronti. E poi
il governo Monti che, dice l’ex premier, ha introdotto misure recessive per l’economia
italiane non ha fatto le riforme costituzionali necessarie. E quindi valutiamo se
confermare o no la fiducia all’Esecutivo. Infine l’Europa. Sostiene Berlusconi: mi
sono contrapposto all’egemonia di Germania e Francia e con i loro sorrisetti Merkel
e Sarkozy hanno tentato di assassinare la mia credibilità politica. Tra le reazioni,
quelle dell’Associazione nazionale magistrati che respinge con fermezza le accuse
di Berlusconi; e quella del Csm che invita a non strumentalizzare le sentenze a fini
politici.