Berlusconi: dopo la condanna, "obbligato" a restare in campo per riformare la giustizia
All’indomani della sentenza di primo grado, al termine del processo Mediaset sui diritti
televisivi, l’ex premier Silvio Berlusconi – condannato a 4 anni di reclusione e all'interdizione
dai pubblici uffici per cinque anni – ha dichiarato che si tratta di “una condanna
politica”. “Quando non si può contare sull’imparzialità dei giudici in un Paese -
ha aggiunto Berlusconi - questo Paese diventa incivile, barbaro e invivibile”. “Mi
sento obbligato a restare in campo – ha poi detto l’ex presidente del Consiglio -
per riformare il pianeta giustizia perché ad altri non capiti quello che sta capitando
a me”. Riferendosi alla sentenza, in cui si parla di “naturale capacità a delinquere”,
l’ex premier ha anche precisato che l’evasione contestagli è frutto di una “costruzione
fantascientifica”. Immediata la replica del presidente dell’Associazione Nazionale
Magistrati, Rodolfo Sabelli, secondo cui “non si può assolutamente parlare di sentenza
politica e barbarie”. Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha commentato
le affermazioni di Berlusconi: “Credo sia buona regola aspettare la giornata di domani
– ha detto Fini - perché quello che ha detto oggi è certamente molto diverso da quello
che ha detto ieri”. Nei giorni scorsi l'ex primo ministro aveva annunicato che non
avebbe presentato la sua candidatura a premier. Berlusconi è stato condannato a 4
anni di reclusione per frode fiscale a conclusione del processo per l'acquisizione
dei diritti tv di Mediaset. I giudici milanesi della prima sezione del tribunale hanno
ritenuto prescritto il reato per il 2001, ma non per gli esercizi 2002-2003 nel corso
dei quali - scrivono - è stata portata a termine “una evasione notevolissima”.(A.L.)